In Cina arrivano i tamponi anali: sottoposti per i casi a rischio Covid
I tamponi anali vengono utilizzati per controllare le persone a maggior rischio di contrarre il Coronavirus, ma le autorità sanitarie cinesi non avrebbero intenzione di fare un uso esteso della pratica del tampone anale perché giudicata “sconveniente”
Le autorità cinesi hanno iniziato ad utilizzare i tamponi anali per controllare le persone a maggior rischio di contrarre il Coronavirus. Il test è riservato per i casi ad alto rischio e prevede l’inserimento nel retto di un tampone di 2,5-5 centimetri, che viene poi testato per verificare la presenza del virus. Questo test è ritenuto più accurato per identificare la malattia nelle persone che presentano sintomi lievi o sono asintomatiche.
Le autorità sanitarie cinesi non avrebbero intenzione di fare un uso esteso della pratica del tampone anale, come avviene per gli altri tipi di tamponi, perché giudicata “sconveniente”, spiega l’emittente televisiva statale cinese. Questo metodo è stato già applicato nelle scorse settimane ai residenti delle aree di Pechino dove si sono verificati casi di contagio accertati, e anche a coloro che si trovano in strutture per la quarantena.
Pechino ha recentemente adottato una politica tra le più rigide, che prevede, oltre ai 14 giorni di quarantena in alberghi designati dopo l’ingresso, anche altri 14 di osservazione domiciliare.
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