6 Maggio 2021 - 16:29

Tensioni nella Manica: Inghilterra invia navi di pattugliamento

Manica

Gli accordi sulle acque post-Brexit riaccendono vecchie tensioni tra Francia e Inghilterra. Londra procede con l’invio di navi nella Manica

Tensione nella Manica, subito dopo l’annuncio della Francia di voler interrompere l’erogazione di energia elettrica, qualora ai pescatori francesi non venga concesso l’accesso nel Regno Unito, a causa dei nuovi accordi post-Brexit. Il Regno Unito ha così, deciso di inviare due motovedette della Royal Navy nell’arcipelago delle Isole del canale della Manica, in particolare nell’isola di Jersey.

Il primo ministro inglese

Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha dichiarato pieno sostegno alla comunità inglese, soprattutto in vista di una cessazione concreta della fornitura elettrica, dunque, nel caso la Francia portasse a termine i propri intenti. Johnson avrebbe così parlato della necessità ‘di allentare le tensioni‘ senza, tuttavia, abbassare la guardia. Londra, infatti, ‘come misura precauzionale‘, sottoscrive l’invio di due navi da pattugliamento per monitorare da vicino la situazione.

I termini post-Brexit

Diversa, invece, la versione del ministro del Mare francese, Annick Girardin, che davanti alle restrizioni britanniche post-Brexit, rivolte ai pescherecci francesi, si dice ‘disgustata‘. Tra le condizioni ci sarebbe persino il tempo che i pescherecci francesi potrebbero trascorrere in mare. ‘Per quanto riguarda Jersey, vi ricordo la fornitura dell’elettricità lungo i cavi sottomarini… Anche se sarebbe deplorevole se dovessimo farlo, lo faremo se necessario‘, ribadisce il ministro francese.

La velata minaccia della Francia potrebbe essere un duro colpo per le Isole della Manica, qualora dovessero concretizzarsi. Le Isole inglesi, infatti, vista la posizione geografica, sono totalmente dipendenti dalla rete elettrica francese, che consiste circa nel 95% della fornitura.

L’Unione Europea e le acque della Manica

Oltre alla Francia, a dirsi indignata è anche l’Unione Europea, che non nasconde la propria insoddisfazione per i termini e le condizioni imposte ai pescherecci del Jersey. Per quanto riguarda i permessi per la pesca, il ministro delle relazioni esterne dell’isola, Ian Gorst, si accoda al coro degli indignati, facendo riferimento alla condizione del tempo da poter trascorrere nelle acque dell’isola.

Stiamo entrando in una nuova era e ci vuole tempo perché tutti si adattino. Jersey ha costantemente dimostrato il suo impegno a trovare una transizione graduale verso il nuovo regime‘, afferma Gorst.

Con la Brexit, il conflitto delle acque tra Francia e Regno Unito riaccende vecchi dissapori. Soltanto un mese fa, infatti, i pescatori da traino francesi bloccavano i camion di trasporto del Regno Unito, a causa di alcuni di ritardi nell’emissione delle licenze per la pesca nelle acque britanniche. Il blocco fu particolarmente significativo, andando ad interrompere il lavoro del più grande centro di lavorazione dei frutti di mare d’Europa.

Ad aprile il sottosegretario degli Affari Esteri francese, Clement Beaune, aveva riferito che, anche nel caso gli accordi della Brexit sulla pesca non si sarebbero realizzate, si sarebbero comunque verificate delle ‘misure di ritorsione in altri settori‘ nei confronti del Regno Unito.

‘Il Regno Unito aspetta da parte nostra un certo numero di autorizzazioni su servizi finanziari – ha affermato Beaune – Non ne daremo nessuno fino a quando non avremo le garanzie che sulla pesca e altri temi il Regno Unito rispetta i suoi impegni‘. È necessario, dunque, che ‘ognuno rispetti i suoi impegni‘ , altrimenti ‘saremo brutali e difficili‘, concludeva il sottosegretario.