Terremoto in Cile: evacuati 1 milione di abitanti
Nella serata del 16 settembre una scossa di magnitudo 8.3 ha colpito Santiago e gran parte del paese, innescando la paura di un terremoto-tsunami
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Otto le morti avvenute finora a causa della calamità, mentre in poche ore 1 milione di residenti della costa ha abbandonato la propria abitazione per rifugiarsi nelle zone dell’entroterra. L’allarme tsunami, tuttavia, è stato successivamente scongiurato in quasi tutte le aree del Cile, fatta eccezione per le regioni dell’epicentro, Coquimbo e Atacama. Quest’ultimo è stato inviduato a 11 km di profondità nei pressi di Llapel, a nord di Santiago. Il terremoto è stato avvertito anche in località distanti, come l’Argentina centro-settentrionale e perfino a Buenos Aires. Qualche lieve sobbalzo anche in Brasile e Uruguay.
A tal proposito, il governo cileno ha organizzato una riunione d’emergenza nel luogo dell’epicentro per far fronte alla situazione. Sebbene, infatti, la popolazione del Sud America sia sempre stata psicologicamente abituata ai terremoti, questa volta sembra che il fenomeno si sia verificato in una modalità decisamente più violenta del solito. Numerosi cittadini hanno raccontato di una prima scossa “molto lunga”, seguita da altre di minore intensità. A sole cinque ore di distanza dai primi “tremori”, le onde sismiche registrate erano ben 32.
Ciò che ha suscitato maggiore preoccupazione è stato l’allarme maremoto, confermato da alcune onde alte più di 4 metri, le quali si sono infrante sulla costa settentrionale del Cile. Il terremoto non ha sicuramente giovato ai tanti cileni che erano in procinto di recarsi nelle vicine località marine per celebrare una festa tradizionale, il cui svolgimento era previsto per il fine settimana. Tuttavia, sebbene i piani d’intrattenimento siano sfumati del tutto, i piani di evacuazione hanno certamente funzionato con efficienza, prevenendo disastri umani.
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