Terremoto dell’Irpinia: quarant’anni fa il disastro che sconvolse l’Italia
Quarant’anni fa, il terremoto dell’Irpinia, di magnitudo 6.9, colpì la Campania. Interi paesi furono rasi al suolo. Ci furono tremila morti
Un momento drammatico, per tutta la Campania e in special modo per l’Irpinia. Sono passati quasi quarant’anni da quell’incubo, una ferita devastante per gli abitanti dell’avellinese. Quel minuto e mezzo del 1980 sconvolse le province di Avellino, Salerno e Potenza, ma schiaffeggiò l’Italia tutta. Il terremoto dell’Irpinia, con epicentro registrato fra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania fece un disastro. Ci furono quasi 3mila morti, più di 8mila feriti e 300mila senzatetto.
Numeri drammatici, che tutti quanti ricordano con shock. Ma, oltre alle case e ai terreni, il terremoto ha lacerato anche le anime delle persone, che ancora oggi non debellano quel terribile ricordo. La scossa di magnitudo 6.9 fece tremare alle 19:34, per 90 secondi, Campania, Basilicata e un’area limitata della Puglia. Furono 90 secondi terribili. Il sisma interessò un’area di 17mila chilometri quadrati. Alcuni dei paesi vicini all’epicentro, tra i quali Lioni, Santomenna, Laviano e Muro Lucano, furono quasi rasi al suolo. In altri, invece, i danni sono tutt’oggi irreversibili. Il simbolo della tragedia resta il crollo della Chiesa Madre di Balvano, dove morirono 77 persone, per lo più bambini e ragazzi.
I soccorsi arrivarono in ritardo e ciò aggravo la situazione. Solamente cinque giorni dopo, arrivarono le prime ambulanze e i primi Vigili del Fuoco. Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica, denunciò l’inadempienza della situazione. Alla scossa principale ne seguirono molte altre nelle ore e nei giorni successivi, che provocarono ulteriori danni. Danni che, ancora oggi, non sono stati risanati. Il terremoto dell’Irpinia è ancora vivo, e i suoi effetti sono ancora tangibili.
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