18 Settembre 2017 - 17:06

The Deuce, la recensione del nuovo lavoro HBO

The Deuce

The Deuce è la nuova serie targata HBO con protagonista James Franco. Il pilot dello show sotto la lente di ingrandimento di Zon.it

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Sarà trasmessa fra qualche ora la seconda puntata della nuova serie di HBO “The Deuce”, con protagonista James Franco. Lo show sarà trasmessa in Italia grazie a Sky Atlantic HD e vanta ingenti finanziamenti per la sua realizzazione. Ambientato in una torbida New York degli anni ’70, il nuovo lavoro di David Simon e George Pelacanos è un ritratto della Grande Mela negli anni della legalizzazione del porno come industria. Segue le vicende di tre personaggi completamente investiti dal cambiamento epocale che ne muta per sempre le vite. Sono anche gli anni in cui l’HIV comincia a prendere piede e lo spaccio di cocaina dà vita ad un contesto criminale e violento. Qui il bravissimo James Franco interpreta ben due dei tre protagonisti della serie e sembra che la sua performance alzerà di molto la qualità dello show. Egli interpreta due gemelli, Vincent e Frankie Martino, legati al mondo della mafia italo- americana. Le vicende dei due fratelli si intrecciano a quelle di Candy, alias la prostituta Eileen Merell, interpretata da Maggie Gyllenhaal che si è fatta ampiamente notare per la sua bravura nel pilot.

Il primo episodio fra tecnica, psicologia dei personaggi e ambientazione

Il primo episodio della serie è una presentazione completa e dettagliata dell’angolo di New York che si stringe attorno a Times Square, in quelle zone non illuminate dalle sfavillanti insegne dei teatri di Broadway. Terminata la visione di questa prima puntata, l’impressione è che forse a gioco appena iniziato siano troppe le mosse già annunciate. E’ tutto troppo esposto già dal primo minuto di pilot e manca quell’aggiunta di dettagli graduale che deriva dalla scoperta. C’è inoltre un’applicazione certosina nella descrizione psicologica dei personaggi secondari che non è necessaria, o almeno non nei primi episodi. Altrettanto minuziosa è la scissione delle varie storyline che fortunatamente converge sul finale in cui i protagonisti, isolati nelle loro vite per tutta la puntata, incontrano altri personaggi.

Dal punto di vista tecnico, la serie è assolutamente perfetta. I costumi fanno il paio con l’accuratezza psicologica nella descrizione dei personaggi: ricercati e in netto contrasto con la fotografia grigia della notte newyorchese.

La narrativa

Dal punto di vista narrativo, non si può lasciarsi andare fin dal pilot a facili entusiasmi. Certo, non si può comunque parlare di un prodotto insoddisfacente e la lentezza della prima puntata non è necessariamente il difetto dell’intera serie, soprattutto alla luce delle scelte narrative fatte dagli autori. Probabilmente non paga sacrificare la dinamica della trama per un’introspezione che è fuori luogo in un pilot del genere. E’ comunque però un buon inizio per una serie non facile ma dalle grandi potenzialità.

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