Titolo offensivo e sessista, rimosso il direttore
Titolo offensivo e sessista: rimosso il direttore. Dopo aver classificato come “Le tre cicciottelle” le atlete olimpiche di tiro con l’arco, Giuseppe Tassi è stato rimosso dalla direzione del QS. Decisione immediata e irrevocabile e il web esulta
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Il titolo offensivo e sessista è apparso questa mattina sul Quotidiano Sportivo, e già dopo pochissime ore il web era pronto a crocifiggere gli sciagurati membri della redazione del QS. Come quando una squadra non rende e viene silurato l’allenatore, anche in questo caso è stato rimosso il perno della redazione del giornale, tale Giuseppe Tassi. Il giornalista aveva dedicato un pezzo all’impresa sfiorata a Rio dalle arciere Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia, che hanno concluso la finale per il bronzo olimpico finendo, purtroppo, al quarto posto. Dopo le lacrime versate copiosamente per la vittoria mancata di un soffio, le tre atlete si sono trovate questa bella sorpresa direttamente da proprio paese d’origine. Il direttore credeva di essere affettuoso, come egli stesso ha dichiarato, e non voleva essere offensivo. Nutriamo a riguardo seri dubbi.
In ogni modo, dopo questo simpatico e affettuoso titolo, il presidente della Federazione Italiana Tiro con l’Arco, Mario Scarzella, ha scritto una lettera al direttore Giuseppe Tassi, responsabile anche de “Il Resto del Carlino”, che forse sarà stata altrettanto affettuosa come il titolo che ha pubblicato lui. “Il sessismo colpisce ovunque, anche dove non te l’aspetti. Serve un’assunzione di responsabilità da parte dei media per estirpare del tutto le discriminazioni e le violenze di genere” ha dichiarato Roberta Mori, presidente della commissione per la parità e i diritti delle persone dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che ha approvato la decisione per il suo valore e per il messaggio che da rispetto a fatti incresciosi come questo, che è “lesivo della dignità e valore di queste straordinarie atlete, di tutte le donne che praticano sport, di tutte le donne che sulla stampa e sui media continuano ad essere rappresentate non in virtù del loro ruolo e dei loro meriti, ma per il loro aspetto fisico”.
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