16 Giugno 2018 - 10:00

Tupac Shakur: il suono della protesta tra attivismo e problemi sociali

Tupac Shakur, keep ya head up, all eyez on me

Il 16 giugno è una data che ricorderanno tutti gli amanti dell’Hip-Hop, perchè in quel giorno venne alla luce uno dei maggiori esponenti, se non il più importante, della scena: Tupac Shakur. I testi inimitabili del rapper sono diventati oggetti di culto, visti i delicati temi trattati come razzismo ed oppressione

Nell’anniversario della nascita di Tupac Shakur sono molti i pensieri e le idee che rimbombano nella mente di milioni di appassionati, non solo di rap, ma anche di musica che fa riflettere. Quella musica che accarezza il cuore ed appassiona, raccontando storie di vita quotidiana, immergendo l’ascoltatore in un universo a se stante.

Purtroppo, la maggior parte delle persone associa alla figura di Shakur un immaginario puramente violento e sanguinoso, fatto di sparatorie, spaccio di droga e vita dura. Le sue liriche sono state molto criticate perchè a detta di alcuni avrebbero portato ad un aumento della criminalità nelle strade.

A chi sostiene questo, risponderei che molto probabilmente non ha mai ascoltato Tupac. Le liriche dell’artista contengono suoni di denuncia, non di incitamento. C’è sempre stata una guerra tra classi sociali ma questa volta – a differenza di ciò che si pensa – è stata combattuta a colpi di rime.

“Brenda’s got a Baby” e l’archetipo della povertà

L’artista si è inserito nella scena underground mondiale con una marcia in più. I testi delle sue canzoni hanno introdotto i problemi sociali che affliggevano, ed affligono tutt’ora, la nostra società, senza risultare mai banale e scontato. Non solo guerre tra Bloods e Crips; razzismo, emarginazione sociale, lotta contro qualsiasi tipo di oppressione erano i temi principali delle sue canzoni.

La vita a Marin City non è stato certo facile, ma il ragazzo è riuscito a uscire indenne dalla “vasca di squali” del ghetto. Nel 91′, infatti, esordisce con il suo primo album “2Pacalypse Now“, preceduto dal classico senza tempo “Brenda’s Got a Baby. Il singolo fa da cornice al piccolo sub-strato culturale del ghetto in cui viveva e lancia Tupac Shakur nell’Olimpo dei più grandi di sempre.

Brenda è la protagonista della traccia musicale; la sua figura rappresenta il modello, o meglio l’archetipo, di una donna afroamericana povera, confusa e traumatizzata, costretta a fare i conti con la realtà che la circonda. La ragazza si trova a vivere in un vero e proprio inferno, senza madre e con un padre tossicodipendente. Oltre alla tragica situazione familiare, Brenda deve fare i conti con una gravidanza inattesa; e la situazione si aggrava quando si scopre che il padre della bambina è suo cugino.

A lei non importa, perchè coltiva il sogno di un’amore eterno; ma questa illusione finisce però molto presto, e Brenda si ritrova da sola, con la bambina appena nata. La ragazza non riesce a reggere l’urto psicologico, e abbandona sua figlia in un cassonetto della spazzatura; nemmeno il pianto e le urla della neonata fanno ricredere la ragazza.

Ora Brenda vuole solamente andare via da quel posto, ma per scappare servono soldi. Per guadagnare arriva a spacciare crack per le strade, e a vendere il suo corpo. La storia termina con una prostituta trovata morta. Il suo nome? Brenda.

Sembra quasi di rivivere una tragedia di Sofocle, ma questa volta il dramma è reale e colpisce una categoria di persone passate in “secondo piano”. E la cornice di questa storia diventa sempre più inquietante se si pensa che è ispirata a fatti realmente accaduti.

La cultura d’oltreoceano sembra essere molto lontana dalla nostra, ma in realtà è più vicina di quanto sembri. I problemi di classe sociale, nonostante l’album risalga al lontano 1991 , non ci hanno di certo abbandonati, e soprattutto nel nostro Paese continuano ad essere all’ordine del giorno. Storie di ordinaria follia continuano a ripetersi, nell’indiferrenza più totale di una popolazione che sembra ormai essersi arresa.

Tupac Shakur, però, ci ha insegnato a non arrendersi mai, a tenere sempre alta la testa e a pregare per i giorni migliori!

L’inno alle donne in “Keep Ya Head Up”

Due anni dopo, nel 1993, venne rilasciato il secondo album “Strictly for My N.I.G.G.A.Z. Nel disco compare una traccia, molto probabilmente la più significativa, intitolata “Keep Ya Head Up“.

La canzone è un vero e proprio inno alle donne, e in particolare alle ragazze appartenenti alla comunità di colore. In un’intervista rilasciata a L.A. Times, l’artista ha dichiarato:

Who was writing about Black women before Keep Ya Head Up? Now everybody got a song about Black women

Il testo comincia con:

Some say the blacker the berry, the sweeter the juice” (Alcuni dicono che più la bacca è nera, più il succo è dolce).

Il verso rimarca il senso di appartenenza verso il proprio popolo, ed è un incoraggiamento per tutti coloro che si sentono oppressi ed emarginati. La semplice metafora iniziale proposta da Tupac Shakur viene utilizzata per omaggiare le donne di colore, cosiderate dal rapper molto più desiderabili rispetto a qualsiasi altre. E questa idea va molto contro corrente rispetto alle tradizioni dell’epoca, visto che le ragazze con la “pelle chiara” rappresentavano il modello di bellezza di riferimento.

“Keep Ya Head Up” non è solo un omaggio alle donne, ma anche ai più bisognosi. Il disco è stato prodotto dopo gli eventi dellla Guerra del Golfo e, secondo il rapper, era stata data priorità al conflitto rispetto ai bisogni dei più deboli. Ovviamente non manca un riferimento diretto all’interno del testo:

They got money for wars but can’t feed the poor
Say there ain’t no hope for the youth
And the truth is it ain’t no hope for the future“.

Il successo planetario di “All Eyez On Me” e la prematura scomparsa

Tupac Shakur raggiunse il successo planetario con l’album “All Eyez On Me“, pubblicato il 13 febbraio del 1996. Il disco venderà più di 10 milioni di copie, segnando un vero e proprio record; purtroppo, però, sarà l’ultimo lavoro del rapper mentre era ancora in vita.

Nel disco è presente “Life Goes On“, e questa volta l’attenzione si sposta sulla violenza nelle strade; quella violenza che ha portato via alcuni dei più cari amici del rapper. Nonostante Shakur abbia scritto in passato diversi canzoni incentrate sui problemi e disagi che porta la povertà, questa può assumere il titolo di più emozionante.

Il testo è dedicato a Kato e Mental, due amici scompaprsi tempo addietro. L’intenzione della canzone, però, non si sofferma solamente sui conflitti nelle strade. Si tratta di una guerra contro il sistema corrotto della società; lo stesso sistema che ha portato all’aumento di discriminazoini e violenze.

L’agguato a Las Vegas e la prematura scomparsa

Tupac Shakur venne ucciso in un agguato, dopo aver assistito ad un incontro di boxe al MGM Grand di Las Vegas, tra Mike Tyson e Bruce Seldon.

Il rapper era a bordo di una BMW E38, con il produttore Suge Knight, quando fu raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco; uno di questi trapassò il polmone destro. I medici riuscirono ad asportare il polmone, ma le sue condizioni si aggravarono. Tupac Shakur morì il pomeriggio del 13 settembre del 1996, lasciando un senso di profondo vuoto nei cuori di milioni di appassionati.

Il caso di omicidio risulta ad oggi irrisolto.

 

 

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