17 Marzo 2022 - 16:20

Ucraina, continuano i negoziati tra i due Paesi: modello austriaco per fermare i combattimenti?

La difficile risoluzione del conflitto potrebbe essere rappresentata dalla "neutralità perpetua"

ucraina

A tre settimane dallo scoppio della guerra in Ucraina, continuano le devastazioni da parte dell’esercito russo sul territorio ucraino. Mentre le scene di orrore e devastazione nei centri abitati delle varie città strette sotto la morsa dell’artiglieria rossa continuano a fare il giro del mondo, la diplomazia sembra essersi arenata. “Stiamo facendo dei passi in avanti” aveva dichiarato il Presidente Zelensky gli scorsi giorni, ciò nonostante si è ancora lontani da un cessate il fuoco definitivo.

I nodi sul tavolo delle trattative sono sempre gli stessi. La neutralità dell’Ucraina e la “denazificazione” del governo di Kiev. Condizioni su cui la Russia sembra non voler concedere sconti. Dal canto suo, il presidente ucraino aveva aperto alla neutralità ma non alle condizioni di Mosca che chiede la completa demilitarizzazione dell’esercito nemico. Il compromesso potrebbe essere trovato sulla cosiddetta “neutralità perpetua“, adottata dall’Austria all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Questa decisione permise all’Austria di liberarsi dall’esercito sovietico e diventare una sorta di Stato cuscinetto tra il blocco occidentale e l’Europa dell’Est. Un’ipotesi che, al momento, ha ricevuto un secco no da parte di Kiev.

Ucraina, la proposta di Kiev

Questa è un’opzione che viene discussa ora e che può essere considerata un compromesso” aveva dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov alla fine delle ultime trattative tra i due Paesi. Un modello, quello austriaco, non adatto alla condizione dell’Ucraina che, secondo il presidente Zelensky non garantirebbe garanzie sulla sicurezza del suo Paese. Il “modello ucraino“, così come proposto dal presidente ucraino, dovrebbe rappresentare un patto in cui “i firmatari delle garanzie non si facciano da parte in caso di un ulteriore attacco all’Ucraina. Ma partecipino attivamente e assicurino forniture immediate della quantità necessaria di armi“. Neutralità si, ma con un “piano di fuga” in caso di una nuova aggressione.

Il modello austriaco

Uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale e con il territorio occupato dalle truppe sovietiche, nell’ottobre del 1955 l’Austri sancì la “neutralità perpetua“. Una scelta quasi obbligata che permise al Paese di liberarsi dell’armata rossa sul proprio territorio alla condizione di non aderire mai al Patto Atlantico. Tuttavia, questa posizione di neutralità non ha impedito all’Austria di entrare a far parte dell’Unione Europea e prendere parte al programma “peacekeeping” con un esercito di oltre 100mila soldati.