Via col vento, un film da record: le curiosità e i retroscena
Via col vento, il “dietro le quinte” di un film pluripremiato e di un cast eccezionale. Una pietra miliare nella storia del cinema
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Via col vento, Gone with the wind, è un film drammatico diretto da Victor Fleming nel 1939. E’ tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice americana Margaret Mitchell, vincitore del premio Pulitzer nel 1937.
Il girato costituisce ancora oggi il simbolo non solo di un intero sistema cinematografico, vale a dire la Hollywood dei grandi studios e delle primissime mega-produzioni in Technicolor, ma anche e soprattutto di un’idea di cinema come narrazione epica e grandiosa, in grado di abbracciare gli elementi della storia nazionale e del melodramma, della saga familiare e del film bellico.
L’idea di trarre un film dal popolare romanzo della Mitchell fu del produttore, David O. Selznick, considerato da molti il vero autore del film a causa della sua presenza nella direzione, la sceneggiatura, il montaggio e la scelta degli attori. Selznick cominciò a preparare il film insieme a George Cukor; la coppia impiegò più di un anno per preparare tutto il necessario alle riprese.
Le prime scene vennero girate a partire dal 10 dicembre del 1938, ma vennero subito sospese per via del Natale; di fatto le riprese vere e proprie cominciarono il 26 gennaio 1939. Il produttore era talmente concentrato sulla realizzazione del film, da “invadere” costantemente il set durante le riprese obbligando registi, attori e sceneggiatori ad assecondare ogni suo capriccio. Non a caso durante la lavorazione molti membri dello staff furono licenziati o si dimisero e i loro ruoli furono riassegnati. La lavorazione fu complessa e travagliata per cui la realizzazione richiese complessivamente circa due anni.
L’intento del produttore era creare un affresco storico e non una semplice storia d’amore che avesse sullo sfondo la guerra di Secessione americana. Intento riuscito o meno il film rimane saldamente ancorato al nostro immaginario collettivo.
La travagliata storia d’amore tra Rossella O’Hara, figlia maggiore di una ricca famiglia di possidenti terrieri dell’America del sud, e Rhett Butler, un noto e scaltro avventuriero di Charleston, (che Rossella scoprirà di amare solo troppo tardi) è ostacolata dall’amore non corrisposto che la protagonista prova nei confronti di Ashley Wilkes, il quale sposerà la propria cugina Melania Hamilton. Complessa fu decisamente la scelta del cast, un cast stellare per l’epoca, per il quale la Metro Goldwyn Mayer non badò a spese assicurandosi gli attori più in voga del momento. Paradossalmente proprio gli attori in sé e non i personaggi sulla scena, hanno dato vita inconsapevolmente ad una sorta di “storia nella storia”.
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Inizialmente per i due ruoli principali, Rhett e Rossella, erano stati scritturati i due attori Bette Davis ed Errol Flynn. Poco prima delle riprese i due, dopo l’ennesima litigata, pare che non andassero d’accordo, vennero sostituiti. La scelta dei nuovi attori cadde quindi su Clarke Gable e, dopo aver provinato circa 1.400 candidate, sull’eccentrica attrice inglese, Vivien Leigh. La cosa assurda fu che anche i due “sostituti” che sulla scena avrebbero dovuto incarnare la passione e l’amore assoluto, non solo si detestassero, ma addirittura provassero ribrezzo l’uno per l’altra.
Anche Olivia de Havilland, che nel film ha interpretato la dolce e sensibile Melania, ha creato non pochi problemi, rendendosi quasi l’alter ego del prototipo di donna che andava a incarnare nella pellicola; fan incondizionata del romanzo della Mitchell, appena le arrivò la voce di una possibile trasposizione cinematografica di Via col vento, fece del tutto per diventare amica della moglie del produttore, scalzando cosi tutte le altre candidate e aggiudicandosi il ruolo di co-protagonista. La selezione per scritturare Ashley (Leslie Howard) non creò grossi problemi poiché l’attore lavorava già per la MGM e il produttore accolse subito la sua candidatura.
La prima proiezione avvenne in Georgia al Loew’s Grand Theatre di Atlanta, il 15 dicembre del 1939 e Via col vento incassò 945.ooo dollari solo nel primo fine settimana di proiezione. Alla dodicesima edizione degli Academy Award, la cui cerimonia ebbe luogo il 29 febbraio 1940, Via col vento si aggiudicò otto premi Oscar: miglior film per David O.Selznick, miglior regia per Victor Fleming, miglior attrice protagonista per Vivien Leigh, miglior sceneggiatura, miglior fotografia a colori, miglior scenografia e miglior montaggio; a questi si aggiunsero poi due statuette speciali per le qualità tecniche della produzione. Altro riconoscimento dell’Academy, quello come miglior attrice non protagonista, andò a Hattie McDaniel, ossia la simpaticissima Mamy che divenne la prima donna afroamericana a vincere la statuetta dorata. Clarke Gable non conquistò l’Oscar, ma il film gli diede una fama eterna.
Un contributo fondamentale alla notorietà dell’opera risiede nella colonna sonora composta da Max Steiner, il brano che lo rese celebre e che è conosciuto in Italia in quanto sigla storica di Porta a Porta, programma condotto da Bruno Vespa.
L’American Film Institute ha inserito alcune frasi del film nella lista delle 100 migliori battute di sempre: il podio lo conquista la famosa risposta che Rhett dà a Rossella mentre sta per andarsene e lei gli chiede “Se te ne vai, che sarà di me? Che farò?” e lui sprezzante “Francamente, me ne infischio”.
E proprio su questa frase, o meglio sull’originale pronunciata da Rhett, ci furono non poche polemiche all’epoca: nella battuta “Frankly, my dear, I don’t give a damn” il termine “damn” all’epoca veniva percepito alla stregua di una bestemmia. Nonostante le richieste di eliminare la parola il produttore la mantenne e preferì pagare una sanzione. Conquista il 31° posto la battuta della protagonista che chiude il film: “Troverò un modo per riconquistarlo… dopotutto, domani è un altro giorno”.
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