30 Marzo 2016 - 22:16

La vita di Gianmaria Testa fra musica e poesia

gianmaria testa

A soli 57 anni, dopo una lunga malattia, muore Gianmaria Testa.Cantautore, artista e uomo di grande cultura che legato tanto al mondo della musica tanto a quello del suo storico lavoro di “capostazione”

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Sguardo duro, voce rauca e mimica da attore teatrale, sono questi i tratti che hanno sempre distino Gianmaria Testa e la sua splendida musica.

Una vita sopra le righe ma, ahimè, dietro le quinte in quella sua realtà tanto amata che non ha mai capito fino in fondo la sua arte.

Il cantautore della provincia di Cuneo può essere ricordato così, i suoi modi rudi e la sua raffinata cultura, il baffo che spiccava sul suo volto pieno di mimica e la sua semplicità, retaggio delle sue origini “umili” ma “nobili”.

Gianmaria Testa

Gianmaria Testa

La sua carriera artistica parte con il rock ma ben presto riesce a far emergere il suo talento artistico nelle vesti di solista.

La Francia, a cui si lega per diverso tempo (grazie a Nicole Courtois che ne comprende le doti musicali), non solo diventa la sua seconda patria ma anche la nazione che in ogni modo cerca di “appropriarsene” dopo aver apprezzato la sua poesia.

In Italia, patria che non lo ha mai apprezzato totalmente (relegandolo, spesso, anche al triste ruolo di “snob” e “radical chic”), lo si vede protagonista con artisti di alto livello (quali ad esempio Marco Paolini ed Erri De Luca) e come vincitore di numerosi premi (tra cui la targa Tenco nel 2007 come miglior album dell’anno).

La sua dote innata di paroliere e musicista dai toni vellutati e pacati, lo portò alla vittoria per due volte consecutive del Festival musicale di Recanati, dedicato ai cantautori emergenti. Nel 1995 uscì in Francia Montgolfièresil suo primo disco e un anno dopo la sua opera Extra-MurosSempre in quegli anni si esibì per la prima volta all’Olympia, il famoso teatro di Parigi, che avrebbe sugellato la sua celebrità.

La celebrità, il successo e la fama che velocemente raggiunse in Francia e più lentamente nella sua patria, non intaccarono però il suo spirito umile e gentile che traspariva dalla sua arte.

Un’umiltà probabilmente legata anche al suo “doppio ruolo” nella vita che, rendendolo ancor più affascinante e “romantico”, lo vede immerso nel suo “storico” lavoro di capostazione.

Durante un’intervista a Fabio Fazio, in cui veniva chiesto il perchè di questa sua scelta, Gianmaria Testa replicò con la più “tenera” delle risposte: “Sai, qui a Cuneo se uno ti chiede cosa fai e rispondi “il cantante”, ti dicono “no, ma come lavoro?”

Oggi, giorno della sua prematura morte avvenuta a causa di un cancro, il suo sito ufficiale lo ricorda  come” uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico”  che ha lasciato questo mondo con il suo stile inconfondibile, “Senza troppo rumore”.

Preferisco così senza troppo rumore come quando si sta soli dietro una porta a guardare che spiove

Senza troppo rumore, il timido, riservato e a volte pudico cantautore di Cuneo ha affrontato in nobile solitudine la sua ultima battaglia. Una battaglia che purtroppo, oggi ha perso.

“Ho un tumore ma non mi fa paura, ora penso a guarire poi torno sul palco” confessò Gianmaria Testa lo scorso anno rassicurando i fan che da tempo chiedevano di lui.

Abbiamo creduto tutti al suo silenzio, immaginando fosse quello solito da poeta, ma alla fine il cantautore dalle mani in tasca e dalla voce intima, ha lasciato un vuoto nel panorama italiano che difficilmente potrà essere colmato.

Come capita quando ci lasciano tutti i grandi artisti, ci consoleremo ascoltando le sue canzoni che porteremo con noi “dentro le tasche di un qualunque mattino”.

Dentro la tasca di un qualunque mattino
dentro la tasca ti porterei
nel fazzoletto di cotone e profumo
nel fazzoletto ti nasconderei
dentro la tasca di un qualunque mattino
dentro la tasca ti nasconderei
e con la mano, che non vede nessuno,
e con la mano ti accarezzerei

salirà il sole del mezzogiorno
passerà alto sopra di noi
fino alla tasca del pomeriggio
ti porto ancora
se ancora mi vuoi

A cura di Alessandro Falanga e Federica Crispo

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