20 Marzo 2019 - 12:45

Zingaretti: gli attacchi gratuiti e l’ipocrisia cavalcante del M5S

nicola Zingaretti Partito Democratico

Dopo la notizia pubblicata dall’Espresso, il neosegretario del PD Zingaretti è sotto attacco. Nel mirino, la sua iscrizione sul registro degli indagati

Nemmeno il tempo di insediarsi alla guida del centrosinistra, che è subito bufera per Nicola Zingaretti. Dopo la notizia pubblicata dall’Espresso sulla sua iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma a causa di un finanziamento illecito, quando ancora era alla guida del Lazio, si è scatenato il putiferio. All’improvviso, la macchina del fango targata Movimento 5 Stelle (che era rimasta sopita durante i vari casi riguardante Matteo Salvini) si è attivata. La preoccupazione per i sondaggi secondo cui il PD li scavalcherebbe è fortissima.

In merito all’articolo dell’Espresso, voglio affermare di essere estremamente tranquillo. Sono forte della certezza della mia totale estraneità ai fatti che, peraltro, sono stati riferiti come meri pettegolezzi ‘de relato’ e senza alcun riscontro, come affermato dallo stesso articolo del settimanale. Mai nella mia vita ho ricevuto finanziamenti in forma illecita. Attendo quindi con grande serenità che la giustizia faccia tutte le opportune verifiche per accertare la verità.” ha dichiarato il neo-segretario del PD.

La nota del partito di Di Maio, uscita subito dopo la “bufera”, recita così: “Nemmeno pochi giorni da segretario del Partito Democratico e la Procura lo indaga per finanziamento illecito, secondo l’Espresso. Un bel battesimo che non sorprende. Visto che era già stato indagato per Mafia Capitale. Perdi il pelo ma non il vizio: bentornato PD, ci eri mancato.

A seguire, anche Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari Esteri, attiva la macchina del fango: “Questo sarebbe il nuovo che avanza? Cambiano i segretari ma gli affari oscuri sembrano rimanere di casa nel PD. Zingaretti abbia il pudore di mollare la nuova poltrona.

Ma siamo davvero sicuri che il Movimento 5 Stelle sia nella corretta posizione per parlare? No, e vi spieghiamo subito i vari motivi, di cui l’ultimo arrivato proprio stamane.

La vicenda di Marcello De Vito

Una situazione, come al solito, che, quando viene chiamato in causa il partito di Luigi Di Maio, diventa paradossale. Non si sa se, effettivamente, si accusi in maniera del tutto casuale il Partito Democratico appena esca qualche fatto d’incriminazione, ma le cose sembrano stare così. Infatti, guarda il caso, proprio stamattina si è scatenato un terremoto a Roma affine a quello di Zingaretti.

Nel Movimento 5 Stelle romano, infatti, è stato arrestato Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina. I giudici lo hanno accusato di corruzione. L’imputato è già in carcere, accusato di aver incassato delle tangenti da Luca Parnasi, noto costruttore capitolino. De Vito, in cambio, avrebbe promesso di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma.

A questo punto, le due faccende diventano collegate. Non è un mistero che, infatti, il caso di Zingaretti getti delle ombre su quest’altro caso che coinvolge a pieno i 5 Stelle. E nessuno, nemmeno Luigi Di Maio, ha pronunciato o espresso nemmeno una parola in merito. Eppure, l’inchiesta è davvero maxi, in quanto coinvolge nomi di spicco dell’imprenditoria e anche una molteplicità di nomi di PD e Forza Italia.

Naturalmente, la cosa paradossale è che Marcello De Vito, al momento, nonostante sia indagato, è rimasto elemento del Movimento 5 Stelle. Ma non era stato proprio lo stesso Di Maio a ribadire, in molteplici casi, che per mantenere l’onestà del partito chiunque fosse anche indagato sarebbe stato sbattuto fuori? Eppure, ad oggi, il presidente dell’assemblea è ancora membro del partito.

Lo scorso 10 Dicembre, invece, erano finiti alla sbarra altri personaggi di rilievo, tra cui Luca Lanzalone, voluto al vertice dell’Acea pentastellata. L’ultimo atto di un partito che, da anti-sistema, non solo ne è diventato parte, ma è diventato anche il principale fautore.

Pessima pubblicità per il partito, l’ipocrisia cavalcante non si spreca.