Caro Lucio Dalla ti scrivo, magari mi distraggo un po’
In memoria di Lucio Dalla è uscito al cinema Caro Lucio ti scrivo: una docu-fiction di Riccardo Marchesini, che è fondamentalmente un omaggio al cantautore bolognese, ma anche la ricostruzione d’immaginazione delle sue canzoni e lo sguardo incantato sulla sua città, Bologna
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Il 1 marzo, tre giorni prima di quello che sarebbe stato il suo 74esimo anno dal quel 4 marzo 1943, il menestrello Lucio Dalla è stato omaggiato con l’uscita nelle sale italiane, fino all’8 marzo, della docu-fiction Caro Lucio ti scrivo, trasposizione cinematografica dell’omonimo spettacolo teatrale di Cristiano Governa.
Caro Lucio ti scrivo è un viaggio, o meglio un racconto epistolare, che prende avvio dalla poetica di Lucio Dalla ma anche dalla sua Bologna e da Piazza Grande.
I personaggi principali sono quelli delle sue canzoni: Anna e Marco, Futura, Meri Luis.
Loro scriveranno a Lucio Dalla per ricostruire le proprie vite, dal momento in cui, sigillate in una canzone, le ha perse di vista.
C’è poi Egle Petazzoni, immaginaria postina che per anni ha consegnato la corrispondenza al cantautore bolognese: in sella alla sua bicicletta, attraversando Bologna, consegnerà ancora la posta a Lucio.
A prestare la propria voce per la lettura di queste lettere, sono stati, a titolo gratuito in nome dell’arte di Lucio Dalla, alcuni nomi del cinema italiano: Ambra Angiolini, Alessandro Benvenuti, Piera degli Esposti, Neri Marcoré, Ottavia Piccolo, Andrea Roncato e Grazia Verasani.
Musicista fine e sperimentatore, narratore di atmosfere a volte surreali, autore di testi colmi di sentimenti vivi e di ricerche emozionali, Lucio Dalla era un vero artista, stravagante nella mimica facciale quanto nelle sgargianti t-shirt, nell’inseparabile basco dei primi anni quanto irriverente e sornione nella poetica.
Caro Lucio ti scrivo, è un modo per distrarsi dalla malinconia di averlo perso, per celebrarne ancora una volta l’immortale maschera. Magari quando giovane e ben più ardito, negli anni Settanta, voleva farci esplorare le profondità del mare, i turbamenti erotici e le fragili passioni dell’umana gente, le sue speranze per il nuovo anno, da confidare ad un’amico vicino eppure distante.
Lucio Dalla in fondo era un sognatore, con l’anima di un randagio, di un marinaio esistenziale, di un teatrante dal cuore sincero.
Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
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