16 Dicembre 2016 - 11:13

Grande amore de Il Volo: ecco perché ascoltarla non stanca

Grande amore

Dopo il primo ascolto di Grande amore la canzone vi è subito piaciuta ed è entrata a far parte della vostra playlist preferita? Siete ancora irrimediabilmente attratti dalla melodia e dal testo del brano? Ecco perché Grande amore de Il Volo non stanca.

[ads1]

Grande amore è la canzone vincitrice della 65° edizione del Festival di Sanremo interpretata dal trio pop lirico Il Volo. Nonostante sembri essere stata scritta apposta per calzare a pennello le possenti e versatili voci di Piero, Ignazio e Gianluca, il pezzo ha concorso una traballante staffetta prima di tagliare il traguardo “Il Volo”.

La canzone

Composta nel 2003 da Francesco Boccia, cantautore e front man della band musicale I Quisisona, insieme con Tommy Esposito de Il Giardino dei Semplici, il romantico pezzo già allora avente una precisa impostazione pensata per timbriche liriche, viene presentato alle selezioni del Festival della canzone italiana nel 2005 con esito negativo e così resta ad impolverare nel cassetto per ben 10 anni.

È infatti il 2015 quando la canzone viene valutata con entusiasmo dalla commissione di Sanremo giovani e assegnata al duo Operapop. Anche in quell’occasione la sorte gioca uno strano scherzo, poiché il duo viene escluso dalla competizione per il limite d’età raggiunto da uno dei due componenti, Enrico Giovagnoli.

In lizza per  aggiudicarsi Grande amore anche Orietta Berti, la quale si dimostra subito favorevole all’esecuzione del brano che vede però sfumare perché impossibilitata a partecipare alla gara canora per motivazioni personali.

Rimbalzato ancora una volta indietro e senza interprete il destino del pezzo viene affidato nelle mani del direttore artistico Carlo Conti, allora alla sua prima conduzione del Festival che servendosi  dell’aiuto del manager degli Operapop riesce a convincere il produttore de Il Volo, Michele Torpedine, a far gareggiare i tre giovani cantanti con il brano firmato Boccia-Esposito.

È la sera dell’11 febbraio 2015 quando Il Volo esegue per la prima volta Grande amore tra gli applausi scroscianti della platea sanremese. Le tre voci diverse e perfettamente complementari dei tre cantanti entrano nel cuore e riempiono gli occhi del pubblico accorso in teatro e dei telespettatori che da casa stanno seguendo la kermesse in mondovisione. Grande amore

Per alcuni è una scoperta, per altri è una conferma. L’eleganza dei ragazzi de Il Volo, la presenza scenica con cui saturano con energia ogni singola piastrella del palco dell’Ariston e la possenza drammatica con cui i tre giovanissimi interpreti cantano l’amore conquista tutti o quasi.

Melodia e testo

Grande amore colpisce, piace e si insinua in testa con un testo fondamentalmente semplice ed essenziale e per questo facilmente memorizzabile. La chiosa strofica si apre con il termine “amore” che in un vibrante e prolungato acuto stende le basi per l’inizio del refrain. Ed ecco arrivare la coinvolgente melodia ridondante che non sfiora mai la nenia, tutt’altro, disegna una curvatura ritmica sapientemente accarezzata prima dai bassi baritonali di Ginoble e poi sollevata dall’impostato forte e preciso di Boschetto per poi esplodere con Barone in un tripudio d’amore urlabile a tutte le generazioni.

È quindi un amore universale quello cantato da Il Volo declinabile in tutte le sfumature del sentimento amoroso, non a caso secondo quanto rivelato dagli stessi autori: “ il testo non è ispirato da una persona specifica ma tratta di una storia sempre valida come può essere una dichiarazione d’amore”

Classicità

Musicalità, universalità e contaminazione pop-lirica sono probabilmente gli elementi chiave per posizionare con una certa convinzione il brano sull’Olimpo dei brani classici destinati a fare la storia della canzone. Grande amore con una straordinaria rapidità di diffusione non solo musicale, ma culturale è riuscita già ad inserirsi appieno all’interno di quella rosa di pezzi internazionali rappresentanti l’italianità. Grande amore ha tutte le caratteristiche di dolcezza sinfonica necessarie per diventare la Caruso del nuovo millennio, ha quella ritmica e fiondante cadenza stilistica tale da essere cantata a squarciagola da mezzo mondo come da sempre si fa con O’ sole mio.

Il VoloGrande amore

Sembra scontato eppure tra ugole diverse il brano non avrebbe ottenuto lo stesso riscontro o forse sì, ma questa è un’altra storia. La verità è che ogni canzone sceglie il proprio interprete e Grande amore è nata e ha lottato per finire nel repertorio de Il Volo, modificando in maniera sconvolgente lo stesso percorso artistico di Piero, Ignazio e Gianluca che tanto devono al brano che gli ha fatto staccare il biglietto d’accesso al successo in Italia. Non che i tre non fossero sufficientemente bravi, semplicemente come spesso accade sono i capolavori a fare la differenza e Grande amore è senza troppo indugio la punta di diamante che ha conferito al gruppo la specificità di genere da sempre ricercata.

Sono questi i motivi tecnici per cui ascoltare Grande amore non stanca e non stancherà nemmeno tra venti o trent’anni. Elencazioni stilistiche meramente fini a se stesse, alle quali perché la parabola di longevità sia valida nel tempo, si devono poi aggiungere altri elementi dal sapore più irrazionale. Sono quelli emozionali, quelli che non puoi spiegare e che nei confronti di una canzone quasi ti invitano ad ascoltarla e a riascoltarla, ancora e ancora.

[ads2]