22 Maggio 2017 - 14:27

Instagram, secondo una ricerca sarebbe il primo tra i social a dare ansia

Instagram

Un’indagine condotta dalla Royal Society for Public Health su un gruppo di giovani fra i 14 e i 24 anni ha svelato che Instagram è il social più deleterio per la salute mentale

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Si è sempre parlato degli effetti negativi che i social hanno sull’individuo, e si è sempre detto che possono creare dipendenza. Ma stavolta è la Royal Society For Public Health a dire la sua, ttraverso un’indagine in cui è emerso che Instagram è il social più deleterio tra tutti.

L’indagine è stata svolta su 1479 giovani tra i 14 e i 24 anni, ma solo nel Regno Unito. Le piattaforme prese in considerazione dall’indagine, oltre ad Instagram, sono state Facebook, Twitter, Snapchat e YouTube.

Instagram, come abbiamo detto, risulta essere il peggiore tra i social poichè sembrerebbe provocare una forte depressione, stati d’ansia e la Fomo (fear of missing out ndr) ossia la sindrome da esclusione che getta le persone nel panico quando sono off line e non possono seguire costantemente gli aggiornamenti.

Dall’altro capo della classifica sembrerebbe esserci YouTube, il meno deleterio tra i cinque che, però, non gioverebbe alle ore di sonno perdute.

Cosa bisogna fare?

Secondo un’altra indagine condotta, sempre dalla Royal, bisognerebbe educare all’uso dei social network nelle scuole stesse e che, oltretutto, i social dovrebbero impegnarsi a segnalare le immagini manipolate, quelle cioè palesemente modificate che potrebbero creare complessi mentali nella testa di chi le guarda.

Michelle Napchan, capa della policy dell’app ha detto ” Mantenere Instagram un posto sicuro, dove le persone si sentono a proprio agio nell’esprimere se stesse, è la nostra massima priorità, specialmente quando si parla di giovani. Ogni giorno persone da ogni parte del mondo usano Instagram per condividere le loro problematiche mentali e ottengono supporto dalla comunità. Vogliamo che chi ha questi problemi possa avere accesso al supporto sulla piattaforma quando ne ha bisogno. Per questo lavoriamo con gli esperti per mettere a punto gli strumenti e le informazioni più adatte”.

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