18 Ottobre 2016 - 10:57

Mauro Biglino, Il Falso Testamento: « il patto inesistente »

mauro biglino

Il saggista e traduttore Mauro Biglino torna con un nuovo sorprendente volume, Il Falso Testamento (Mondadori), dove continua il suo rivoluzionario studio sulla Bibbia. Intervista con l’autore

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Mauro Biglino, traduttore di ebraico biblico e greco antico, è diventato in questi ultimi anni uno scrittore molto apprezzato, imponendosi al grande pubblico con successi editoriali, come Non c’è creazione nella Bibbia e Antico e Nuovo Testamento Libri senza Dio, editi entrambi da UnoEditori.

falso testamento

Il Falso Testamento, Mondadori 2016

Il suo nuovo saggio, Il Falso Testamento (Mondadori 2016), rappresenta la prosecuzione de La Bibbia non parla di Dio, edito sempre da Mondadori e già diventato un best seller dopo appena un anno dall’uscita nelle librerie (2015). Il lavoro di ricerca di Mauro affascina così tanto, perché l’oggetto del suo studio è un qualcosa che non ci si aspetterebbe: la Bibbia, analizzata però non dal solito punto di vista allegorico-teologico, ma sotto un’altra prospettiva del tutto inaspettata.

La lettura letterale proposta da Biglino getta una nuova luce sui cosiddetti “testi sacri”, una luce che contiene anche numerosi punti oscuri e inquietanti: il Dio onnipotente ed universale della religione monoteista giudaico-cristiana, conosciuto con il nome di Yahweh, non è una entità spirituale creatore dei cieli e della terra, ma un essere in carne ed ossa, un comandante militare che detta regole e infligge punizioni. Egli fa parte della potente schiera degli Elohim, creature extra-terrestri tecnologicamente avanzate che la teologia prima ebraica poi cristiana ha sapientemente trasformato nel Dio unico.

L’Antico Testamento racconta, quindi, il patto (alleanza) che il governatore Yahweh ha stipulato con il suo popolo, Israele (cioè i discendenti di Giacobbe) e non con l’intera umanità: il patto riguardava esclusivamente l’Elohim Yahweh e gli Israeliti e si basava sul principio del do ut des, cioè uno scambio reciproco di benefici materiali e concreti che nulla avevano a che fare con la spiritualità. Il Nuovo Testamento, invece, non ha motivo di esistere, poiché Yahweh non è Dio e quindi non può essere il Padre di Gesù come insegnato dal Magistero della Chiesa.

Nel nuovo libro, Biglino approfondisce alcune tematiche, già affrontate ne La Bibbia non parla di Dio, ma con nuovi spunti di riflessione: si parla ancora una volta del kavod di Yahweh, una macchina volante molto potente e dalla tecnologia sofisticata che la teologia interpreta come “la Gloria di Dio”. Mauro mette a confronto la tecnologia biblica con la tecnologia presente nei testi omerici Iliade e Odissea: i “carri celesti” degli dèi greci presentano affascinanti similitudini e caratteristiche comuni con il kavod di Yahweh. L’oggetto che invece è descritto nel libro dell’Esodo ed è chiamato efod, risulterebbe essere una ricetrasmittente radio che l’Elohim di Israele utilizzava per le comunicazioni a distanza. Grande spazio, infine, è riservato alla conoscenza medico-scientifica: il libro del Levitico sarebbe un vero e proprio prontuario medico, dove sono descritte numerose patologie soprattutto dermatologiche e le relative cure, con il fine di rendere l’ambiente in cui vivevano gli Israeliti nel deserto un luogo più igienico e privo di batteri.

Questo ed altro ancora è raccontato ne Il Falso Testamento: la ricerca di Mauro continua…

Bibbia

Dott. Biglino

Lei nel nuovo libro, Il Falso Testamento, descrive in modo dettagliato la tecnologia che sarebbe presente nella Bibbia e, parallelamente, nei testi omerici. Oltre alle fonti letterarie, esistono anche ritrovamenti archeologici in grado di avallare la sua tesi?

Per non fare qui un elenco che dovrei documentare, ma in una intevista non c’è lo spazio necessario, suggerisco, a titolo di puro esempio, di approfondire tutti i problemi connessi al sito di Baalbek, nella valle della Beka in Libano; invito poi gli eventuali interessati a leggere “Scoperte archeologiche non autorizzate” (M. Pizzuti, Il punto di incontro) e “Our occulted history” (Jim Marrs, Harper & Collins) oppure il “Liber prodigiorum” (Giulio Ossequente) di cui si trovano versioni in rete, per non parlare di alcuni passi di Plinio il Vecchio o dello stesso Tacito (che ho riportato nel libro). Le testimonianze sono davvero moltissime ed è sufficiente non chiudere pregiudizialmente gli occhi per prenderne atto. Per altro, nei nostri tribunali non è forse sufficiente avere alcune testimonianze oculari per dichiarare vero un fatto? Ebbene, quante testimonianze scritte abbiamo nei testi e nei racconti di tutti i continenti della terra e di ogni tempo: sono innumerevoli, è sufficiente non occultarle con le categorie dell’allegoria, delle metafora o del mito.

Cos’era in realtà l’efod descritto nel libro dell’Esodo e quale interpretazione ne dà la religione cristiana ed ebraica?

L’efod era uno strumento tecnologico chiaramente descritto nelle sue funzioni: serviva per le comunicazioni a distanza. Nei libri riporto i passi biblici in cui è documentato come Davide dovesse avere l’efod a disposizione quando intendeva parlare con Yahweh nei momenti in cui  era lontano. La Bibbia ne descrive le caratteristiche tecniche definendolo come il prodotto di un “progetto” e di un “assemblaggio”: lo presenta cioè come un aggeggio assolutamente tecnico. Le interpretazioni che ne sono state date, soprattutto in ambito cristiano, tendono a classificarlo invece come un generico “oggetto di culto” dalla valenza puramente artistica: nulla di più lontano dalla concretezza delle sue reali funzioni. Al contrario, molti rabbini fortunatamente lo rappresentano, disegnano e descrivono invece per ciò che era: un oggetto tecnologico avente funzioni precise.

Oltre alla Bibbia ed ai poemi omerici, Iliade e Odissea, vi sono altri testi antichi in cui si parla di tecnologia e macchine volanti?

Direi che i testi dell’induismo sono una vera e propria enciclopedia in tal senso. Ciò che per noi è sostanzialmente un argomento “tabù”, considerato frutto di fantasie malate, per la cultura induista rappresenta la normalità. Gli oggetti volanti presenti nel passato sono addirittura classificati in categorie precise, suddivise a seconda delle caratteristiche e della operatività delle varie tipologie di mezzi: quelli che viaggiavano solo nell’atmosfera, altri che potevano viaggiare anche nell’acqua, quelli che avevano la possibilità di uscire dall’atmosfera terrestre e compiere lunghi viaggi nello spazio. Insomma un vero e proprio catalogo. Per gli induisti non sono certo fantasie le continue battaglie combattute nei cieli da macchine volanti pilotate da individui non appartenenti alla specie umana. Penso che nel 2017 possa vedere la luce un lavoro che sto conducendo a quattro mani con uno studioso di quella cultura: sarà una analisi parallela che coinvolgerà Bibbia e testi orientali.

Mauro Biglino

Mauro Biglino

Secondo la lettura letterale, il libro veterotestamentario del Levitico appare come una enorme lista di patologie cutanee e relative cure mediche. E secondo la teologia?

Non vorrei qui sostituirmi alla teologia ed essere accusato di occuparmi di chiavi di lettura che non mi appartengono, ma in genere, in ambito religioso,  il tutto viene ricondotto alla sfera della conoscenza divina, con i conseguenti miracoli, oppure nell’ambito delle chiavi di lettura allegoriche e metaforiche, impiegate per celare ciò che è chiaramente scritto ma che è ritenuto inaccettabile. Invece si tratta di conoscenze scientifiche documentate sia in fase diagnostica che terapeutica: non a caso nel mio libro è dedicato al tema un capitolo intero curato da un neurochirurgo (il dr. Arturo Berardi) che ha analiticamente esaminato il testo del Levitico dal punto di vista medico.

Chi era veramente l’angelo Raffaele?

Come dice il termine stesso, senza inventare nulla, era un EL guaritore: la radice RAFA significa proprio questo e il suffisso El documenta chiaramente a quale categoria di individui apparteneva: gli Elohim. In quel gruppo di governatori/colonizzatori erano necessariamente presenti diverse specializzazioni: dai genetisti che hanno fabbricato l’adam, ai militari (come Yahweh o Mikael) che svolgevano il loro lavoro di conquista e controllo, e naturalmente erano presenti anche i  medici.

Perchè Lei afferma con una certa sicurezza che il Nuovo Testamento non ha motivo di esistere e che quindi è più corretto parlare di Falso Testamento?

Con il termine “Testamento” si indica il “patto” e l’Antico Testamento documenta il “patto” che Yahweh ha stipulato in via esclusiva con la famiglia che gli è stata affidata, quella di Giacobbe/Israele (Dt 32,8). Nell’AT non vi è alcun Dio e non vi è alcun patto stipulato con l’umanità: Yahweh si è sempre occupato – e ha sempre dichiarato di volersi occupare – dei “suoi”: gli altri dovevano essere sottomessi, inglobati o annientati senza pietà. Con questa premessa si comprende bene che il Nuovo Testamento è una elaborazione teorica il cui collegamento con il Vecchio Testamento rappresenta il tentativo di dare valenza e paternità storica alla figura cristica che è stata elaborata con l’ausilio insostituibile del pensiero greco-ellenistico. Senza la filosofia greca il cristianesimo non esisterebbe e l’AT riacquisterebbe la sua primigenia concreta dignità di libro in cui è narrata la storia del “patto/Testamento” stipulato tra Yahweh (il non-dio) e la sua gente, la famiglia di Giacobbe/Israele. Se, come è stato assodato anche nell’incontro pubblico che ho avuto con i teologi a Milano il 6 marzo, l’AT non parla di Dio, su Dio non si hanno certezze e il peccato originale non esiste, ci si chiede chi avrebbe mandato Gesù e per quale motivo: mancano cioè il mandante e il movente. SE è esistito il Gesù storico dobbiamo prendere atto del fatti che su di lui è stata ideata e cucita la figura cristica del “figlio di Dio”, il messia cristiano che non ha nulla che vedere con la figura del messia descritta nell’Antico Testamento e attesa da Israele: cioè il liberatore “manu militari” del popolo dal giogo straniero. Le nuove traduzioni bibliche (come quelle approvate dalla Conferenza Episcopale Tedesca in pubblicazione nel 2017) stanno finalmente dando conto della verità testuale e iniziano a eliminare la tensione profetica che è sempre stata artificiosamente usata dal cristianesimo per accreditare ciò che è stato inventato. I decenni futuri saranno illuminanti a tale proposito.

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