3 Settembre 2019 - 18:07

3 settembre 1989, l’ultima volta che il mondo vide Scirea

Scirea

3 settembre 1989, una data che sconvolse il mondo del calcio per la morte di Scirea: a trent’anni dalla strage in Polonia il cielo piove lacrime

Il 3 settembre non sarà mai un giorno come tutti gli altri, sia per i tifosi juventini che per gli amanti del calcio. Oggi ricorrono 30 anni dalla crudele strage che causò la morte di Scirea in Polonia. Un grande uomo, oltre che un immenso calciatore, che lasciò il mondo troppo presto e nella maniera più brutta.

Ancora riecheggia nell’aria la voce spezzata di Sandro Ciotti, presentatore della Diretta Sportiva e prima voce nel dare questa bruttissima notizia. Il figlio di Scirea lo scoprì così, in un modo tremendo, senza poter rivedere mai più suo padre.

Da allenatore in seconda alla Juventus, venne incaricato di visionare la prossima avversaria in Coppa Uefa, il Gorik Zabrze, recandosi in Polonia. Durante il viaggio di ritorno verso Varsavia, dove avrebbe dovuto prendere il volo per Torino, un furgone travolse la vettura, su cui era a bordo, nei pressi di Babsk.

L’incidente ebbe delle dimensioni brutali e l’auto prese fuoco. A causa delle gravi ustioni, i medici polacchi non poterono fare altro che costatarne il decesso. Secondo Gianni Brera “il povero Scirea era dolce e compostodi una moderazione tipica del grande artista. Non era difensore irresistibile né arcigno, era buono, ma completava il repertorio con sortite di esemplare tempestività, a volte erigendosi addirittura a match winner“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giampiero Mughini, per il quale Scirea “era un giocatore che parlava poco, e questo anche quando sarà reputato il più grande libero del mondo“.