Corea del Nord, avvistata l’esplosione di un aereo di linea
L’aereo proveniente da San Francisco era diretto ad Hong Kong e stava in quel momento sorvolando il Giappone. ”Abbiamo visto il missile esplodere vicino a noi”
Ha certamente destato un evidente clamore mediatico l’ennesimo test missilistico condotto dalla Corea del Nord lo scorso 29 novembre, scompaginando irreversibilmente quell’apparente calma autoindotta da guerra fredda perdurata per circa 45 giorni, cioè da quel penultimo tentativo balistico portato a termine dal governo di Kim Jong-Un il 15 settembre, e che aveva dimostrato la rinnovata efficacia delle sue armi.
Dalle osservazioni condotte a seguito dell’esplosione consumatasi sui mari nipponici quattro giorni fa, secondo alcune informazioni top secret trapelate dai media americani, ne emerge che gli armamenti abbiano aumentato la loro gittata e potenza, e sarebbero ora in grado di raggiungere le coste statunitensi.
Gli analisti degli States hanno fatto sapere, dopo le esplosioni del 29 novembre, che la potenza ormai raggiunta dalle testate nucleari sarebbe in grado di permettere agli ordigni di raggiungere Washington, mettendo a rischio tutta la fazione orientale delle coste statunitensi. Il recente test ha così allarmato tutti gli alti vertici responsabili della difesa americana, coinvolgendo direttamente il Consiglio Nazionale di Sicurezza che ha richiesto immediatamente una riunione straordinaria di emergenza. Il pericolo è che a distanza di ben 30 anni, potrebbero riecheggiare nuovamente sulle coste del Pacifico le segnalazioni che avvertono l’imminenza di un futuro attacco nucleare.
La deflagrazione avvistata dall’equipaggio di volo
Ad aumentare lo stato di allerta e corroborare la tensione ormai dilagante, è stata la notizia di quest’oggi, secondo cui la compagnia aerea cinese Cathay Pacific avrebbe proprio quattro giorni fa avvertito chiaramente l’esplosione dell’ultimo missile coreano, mentre era in viaggio, sorvolando il Giappone, arrivando addirittura a sfiorare la collisione con l’ordigno. La testimonianza è dell’equipaggio della compagnia cinese che ha minuziosamente raccontato di aver visto esplodere nitidamente il missile ad una distanza pericolosamente ravvicinata; questo quanto scritto e pubblicato oggi dal South China Morning Post. Il personale, stando alle dichiarazioni, avrebbe assistito alla deflagrazione del razzo al suo rientro nell’atmosfera, mentre stava svolgendo le consuete operazione di assistenza al volo.
Il messaggio di allerta comunicato dall’equipaggio durante quel fatidico volo CX893, il quale partito da San Francisco stava dirigendosi ad Hong Kong, è stato inequivocabile: ”State in guardia, abbiamo assistito all’esplosione del missile nordcoreano precipitato vicino alla nostra posizione”. Il periodico cinese ha poi sottolineato come sia stato proprio il General manager della compagnia aerea Cathay, Mark Hoey, ad informare il suo staff dell’accaduto, il quale ha poi aggiunto pacificamente che la compagnia non prenderà provvedimenti in merito all’accaduto e che le rotte già predisposte dai servizi di volo continueranno ad essere rispettate senza cambiamenti.
La reiterazione di una questione irrisolta e la crescente gittata missilistica
Continua ad essere irrisolto, allora, il problema di uno stato militarmente e politicamente incontrollabile, dedito all’istigazione militare e preda di una dittatura della vecchia guardia ma con rinnovate peculiarità tecniche nel settore delle tecnologie di guerra; un agglomerato di elementi assolutamente instabile e pericoloso. Infatti Pyongyang effettua i suo test missilistici senza badare agli Stati confinanti ed alle condizioni limitrofe, decide di non comunicare mai quando e dove avverranno i suoi test nucleari, nonostante l’enorme rischio prodotto. La Corea del Nord si limita allo studio del traffico e della intensità aerea, tramite un database di dati fornito dal sistema internazionale dell’aviazione civile.
L’esplosione di quattro giorni fa, oltre ad aver sfiorato una catastrofe aerea, ha enormemente preoccupato gli esperti, i quali hanno sin da subito inteso la rinnovata portata del problema Nord-Corea; il missile lanciato è stato un intercontinentale Hwasong ’15, ricaduto poi nella acque del Giappone. La sua gittata ricopre più di 13.000 chilometri di distanza, è un’arma balistica intercontinentale capace di raggiungere tranquillamente le coste orientali degli Stati Uniti. Tuona su tutti i quotidiani degli States l’affermazione di Donald Trump all’indomani dell’accaduto: ”Ce ne occuperemo”.
ARTICOLO PRECEDENTE
L’intervista a Massimiliano Palumbo “O’ Panzerotto” di Gomorra 3
ARTICOLO SUCCESSIVO
Lascia un commento