Brexit: trattative bloccate, la May è ora nei guai in UE e nel partito
Al Consiglio Europeo di Salisburgo è stata bocciata la proposta della premier britannica, che ora è in seri problemi per Brexit
Le trattative per la Brexit si sono arenate, dopo che Theresa May si è presentata davanti ai suoi omologhi europei presentando il “Cequers Plan”, il suo piano per l’uscita del Regno Unito dall’Unione. Il piano, giudicato troppo morbido dall’opposizione interna al Partito Conservatore britannico, ha già portato alle dimissioni di due ministri in rottura con la linea della Premier (tra cui Boris Johnson, principale avversario per la leadership del partito). Ieri, inaspettatamente, anche il Consiglio Europeo ha bocciato la proposta. Il Presidente del Consiglio, Donald Tusk, ha espresso chiaramente le sue idee negative sulla proposta, e il quotidiano inglese The Guardian ha ipotizzato che in realtà su questo giudizio abbiano pesato enormemente le pressioni di Emmanuel Macron e Angela Merkel, i due leader europei attualmente più influenti, e interessati a un accordo finale fortemente punitivo verso il Regno Unito.
In reazioni, Theresa May ha detto che il suo governo continuerà a trattare con l’Unione Europea per raggiungere un accordo, ma che pretende dall’Unione rispetto e che, se troverà un muro sarà disposta anche ad arrivare alla data dell’uscita senza un accordo (un’ipotesi che spaventa molto gli analisti e gli investitori).
Al di là delle diverse ipotesi su come configurare i rapporti tra Ue e Regno Unito in merito al mercato unico, resta ancora irrisolta la questione del confine nordirlandese. Creare un confine “duro”, con dogane e controlli, sarebbe necessario in caso di mancanza di accordi. Questa situazione però creerebbe enormi disagi alle comunità di confine. Tuttavia, lasciare un confine morbido come quello attuale significherebbe rendere nulla l’uscita dal mercato unico. La terza opzione, ovvero quella di un confine tra Irlande del Nord e Gran Bretagna, rischierebbe di creare enorme malcontento nel Regno; una situazione certo delicata se si considera che il Partito Unionista nordirlandese regge oggi i numeri della May in Parlamento.
Sulle trattative, quindi, si mischiano più dinamiche: da una parte la prova di forza interna ai paesi UE, dall’altra la lotta per la guida del Partito Conservatore.
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