Massimo Carminati: una storia criminale
Tra i 37 arresti dell’operazione “Mondo di mezzo”, spicca il nome di Massimo Carminati, l’ottavo re di Roma, ex Nar e Banda della Magliana
[ads2] Una vera e propria cupola che gestiva appalti, centri di accoglienza per gli immigrati, si occupava della gestione dei rifiuti e della manutenzione del verde: questo è quello che emerge dall’operazione “Mondo di mezzo” che ha portato all’arresto di 37 persone. Tra questi vi sono politici, imprenditori, ma anche un criminale di lungo corso, il cui nome torna ciclicamente nella storia romana: Massimo Carminati.
Un intreccio tra il mondo delle istituzioni, quello dell’imprenditoria e la malavita, a cui capo vi era proprio Carminati, leader dell’organizzazione che gestiva i rapporti con dirigenti di municipalizzate, esponenti della criminalità capitolina e politici di diversi partiti.
L’operazione Mafia Capitale – Oltre ai 37 arresti (29 in carcere, 8 agli arresti domiciliari), ci sono circa 100 indagati, tra cui l’ex Sindaco Gianni Alemanno (che si dichiara estraneo alla vicenda e si è autosospeso da FdI). In manette sono finiti anche l’ex Ad dell’Ente Eur Riccardo Mancini e il direttore generale dell’Ama Giovanni Fiscon. Scoperto anche un libro della contabilità, nel quale erano annotati le cifre delle tangenti per i politici e i nomi degli imprenditori coinvolti in questo sistema.
Le intercettazioni – Carminati è stato anche intercettato mentre parla con Riccardo Brugia, a cui spiega la sua teoria del “mondo di mezzo”:
Carminati: “è la teoria del mondo di mezzo compà. ….ci stanno… come si dice… i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo..[..]…allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno.”
Brugia: “certo…”
Carminati: “questa è la cosa…e tutto si mischia.”
Brugia: “e certo…”.
Chi è Massimo Carminati – La storia criminale di Carminati inizia negli anni Settanta: membro
di spicco dei Nuclei Armati Rivoluzionari, in seguito molto vicino alla Banda della Magliana. Rispettato e temuto, ha agito sempre tra la comune criminalità e il mondo della eversione nera della destra romana. Il suo nome è stato legato a molti crimini commessi tra gli anni Settanta e Ottanta (la vicenda più nota è quella dell’omicidio di Pecorelli), ma sfuggito al carcere in seguito a clamorose assoluzioni.
Nel fìlm e nella fortunata serie Romanzo Criminale, Carminati era Il Nero, soprannome che indicava la sua provenienza dall’estrema destra: nell’ambiente reale della criminalità, invece, il soprannome con cui veniva indicato era il Guercio: Carminati porta ancora i segni di una ferita da arma da fuoco in seguito ad una sparatoria con i carabinieri, che cercavano di catturarlo.
I risvolti- Secondo gli inquirenti, Carminati era pronto a fuggire dall’Italia; in seguito alla diffusione di sospetti su un presunto coinvolgimento dei servizi segreti e sulla possibilità che lo stesso Carminati fosse al corrente dell’imminente arresto, il direttore dell’Aisi (l’Agenzia per l’informazione e la sicurezza interna) Esposito, ha negato qualsiasi partecipazione e/o coinvolgimento nell’operazione da parte dei servizi.
Dopo la maxi operazione che ha scioccato la Capitale, sono in molti a chiedere lo scioglimento del Comune di Roma; il premier Renzi, intanto ha commissariato il Pd romano, affidandolo a Matteo Orfini. Gli arrestati, tra cui Carminati, si rifiutano di rispondere alle domande del Gip.
Nella foto di copertina (fonte: Ansa/ Ufficio stampa dei Ros), l’immagine dell’arresto di Massimo Carminati
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO