4 Novembre 2020 - 11:45

Lazio, il caso tamponi e l’altalena positivi-negativi: cosa rischia il club?

Immobile

La Figc apre un’inchiesta per studiare il caso Lazio. Positivi in Champions League ma negativi in Serie A: come nasce l’incongruenza?

Il caso Lazio ha messo in allerta i vertici della Figc e anche la Uefa. La società capitolina non potrà contare su Immobile, Strakosha e Leiva per il match di Champions League contro lo Zenit, anche se i giocatori sono scesi in campo nella scorsa partita contro il Torino in Serie A. Una strana altalena positivi-negativi-positivi. La Federcalcio ha aperto un’inchiesta per analizzare la situazione.

L’incongruenza potrebbe nascere dai differenti parametri di valutazione ai test. I club di Serie A possono affidarsi alle proprie strutture convenzionate. Come riporta La Gazzetta dello Sport, i controlli Uefa si appoggiano al Synlab per i club italiani e prevedono uno screening su tre geni: E, Rd/RP, N. Le cliniche dei club possono riferirsi a uno solo di questi (N). Da qui la differente valutazione.

La Lazio ha comunicato: I test svolti per la competizione europea hanno confermato la positività di alcuni componenti del gruppo già in isolamento. Contestualmente il club, che monitora i tesserati attraverso qualificati laboratori, ha rilevato possibili criticità in relazione ai risultati ottenuti dall’organizzazione europea e in un clima di piena collaborazione sta valutando le singole posizioni di alcuni tesserati”.

COSA RISCHIA LA LAZIO?

“In caso di violazione, a carico della società responsabile si applicano, a seconda della sua gravità, le sanzioni di cui all’art. 8 che vanno dall’ammenda, alla penalizzazione, alla retrocessione all’ultimo posto fino all’esclusione dal campionato. La gravità della violazione è valutata in funzione del rischio per la salute dei calciatori, degli staff, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori esposti al contagio da Covid-19, nonché dell’accertata volontà di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione”.