Sanremo 2021: il meglio e il peggio della quarta serata tra musica e monologhi
Sanremo 2021: si è conclusa anche la quarta e penultima serata. Tra la vittoria dei Giovani e qualche parola (forse) fuori luogo
Sanremo 2021: la quarta puntata si è ormai conclusa da poche ore e lo possiamo dire, anche ieri sera sul palco dell’Ariston ne abbiamo viste di ogni: dalla vittoria dei giovani alle lezioni di educazione sessuale tra animali di Fiorello. Ma andando con ordine proviamo a ricostruire pezzo dopo pezzo i momenti più belli e quelli più esilaranti di questa penultima puntata.
Il primo a scendere la “pericolosa” scalinata del teatro Ariston è Amadeus, vestito di tutto punto con una giacca celeste e piena di paillettes, sostituita solo sul finale dalla sua gemella rosa grazie alla quale è stato paragonato al gelato Fragolino dell’Algida. A gran voce ha chiesto al pubblico di poltroncine di chiamare il suo compagno di avventura: Rosario Fiorello, che stavolta ha lasciato a casa i costumi stravaganti e ha deciso di presentarsi con una parrucca mora da donna, facendosi chiamare Rosario Palermo (per non dire Salerno, come Sabrina).
Il vincitore dei giovani
Subito dopo entriamo nel vivo della gara e si inizia con i finalisti delle nuove proposte di quest’anno. Si apre il televoto e cantano con ordine Davide Shorty, Gaudiano, Folcast e Wrongonyou. Poco dopo la chiusura del televoto e un’attenta proporzione con i voti delle altre giurie arriva il verdetto: a vincere Sanremo Giovani 2021 è Gaudiano con il brano “Polvere da sparo”. Una vittoria la sua davvero meritata e, non solo per il brano presentato in gara, ma anche per il timbro di voce che è forse il più interessante di tutti. Secondo Davide Shorty: tanti capelli ricci e un anima soul che è arrivata sul palco grazie alle sua “Regina” e con cui si è aggiudicato ben due premi (Lamezia e Enzo Iannacci). Terzo invece, Folcast con la sua “Scopriti” e quarto Wrongonyou a cui, con “Lezioni di Volo”, è stato assegnato il premio della critica “Mia Martini”.
Accanto ad Amadeus in questa prima parte Beatrice Venezi, direttore d’orchestra di fama internazionale. Insomma, quattro nuove proposte con 4 brani molto validi e che sono stati insigniti del titolo di ambasciatori della musica italiana, grazie al quale andranno proprio in giro per il mondo per rappresentarci nei prossimi mesi.
La gara dei big
Sono quasi le 22 quando finalmente inizia la gara dei big e in prospettiva di 26 esibizioni c’è davvero il rischio di fare l’alba. Ma così non è stato: grazie ad un’organizzazione più meticolosa rispetto allo scorso anno (e forse anche più al risparmio) Amadeus e la sua gang sono riusciti a recuperare ben 30 minuti, chiudendo la quarta serata del Festival di Sanremo 2021 alle 2:10 e non alle 2:40 (orario previsto dalla scaletta). Ed eccoci giunti al primo riascolto ufficiale di tutte le canzoni in gara, che sono state votate dalla sala stampa, mentre stasera toccherà (ed era ora) a noi da casa e chissà se con i nostri voti si riuscirà a rendere giustizia a chi merita davvero questa vittoria.
La prima ad esibirsi intanto è Annalisa, seguita a ruota da Aiello che tutti aspettavamo con ansia dopo gli innumerevoli video usciti in questi giorni sui social. E con mia grande sorpresa, ho trovato l’esibizione un po’ più contenuta e rilassata rispetto alla prima, nonché meno urlata sul finale. Terza esibizione vede i Maneskin protagonisti che con la loro “Zitti e Buoni” hanno portato sul palco rock e anticonformismo, regalandoci ancora una volta una delle migliori esibizioni di quest’anno. Poi però mi chiedo se avessero portato a Sanremo 2021 “Vent’anni” sarebbero già primi in classifica? Forse si, ma non è detto.
Barbara Palombelli: era davvero necessaria?
Prima del quarto artista in gara arriva all’Ariston la co-conduttrice scelta da Amadeus: Barbara Palombelli, le cui prime parole (“Sognavo di essere su questo palco”) non rispecchiano l’espressione sul suo volto, come di una che ha appena passato un guaio. Ma vabbè do la colpa all’ansia per questa prima apparizione e le concedo il beneficio del dubbio: magari è solo l’impatto iniziale e poi si scioglie, come d’altronde succede a molti su quell’immenso palco. Ma così non è stato.
Il Monologo
Barbara Palombelli si è confermata afflitta e sconsolata per quasi tutta la quarta serata di Sarmeno 2021, toccando il picco dell’orrore con il suo monologo “sulle donne e per le donne”, che in realtà è stato uno dei flop più grandi della serata. Un monologo in cui delle donne c’era veramente poco e anche quel poco era ricoperto da una patina di borghesismo, proprio della generazione della Palombelli; una generazione che secondo lei tutte noi dovremmo ringraziare perché sono scese in strada e hanno conquistato quei diritti che noi “abbiamo trovato già fatti”. Ha poi invitato tutte a difenderli: ma cosa dobbiamo difendere se c’è ancora tanta strada da fare e se quello che abbiamo ereditato è solo una minima parte di quello che ci spetta?
Solo sul finale, e si è contraddetta probabilmente, ha voluto fare un appello allo studio e all’indipendenza, invitando tutte noi a “Fare Rumore” (ma forse lo avrà detto solo per citare l’ultimo vincitore del Festival). Unico messaggio giusto in un discorso completamente opposto a quello di Elodie di qualche sera fa, che invece, invitava alle pari opportunità in un paese in cui i privilegi erano e sono di pochi. La Palombelli ha parlato di vere donne in riferimento a chi studia e lavora: e chi non può permettersi di studiare o semplicemente non ne ha voglia? Dove le mettiamo?
Una generazione quella della suddetta giornalista (e si, dico giornalista perché la conduzione non le è andata poi così bene) che ci sta lasciando in eredità un mondo mal governato, con divari salariali esorbitanti e pieno di pregiudizi passando per il disastro ambientale. Quindi, mi chiedo, per cosa dovremmo ringraziarvi cari boomer? E poi davvero basta un sorriso per fare rumore? E in tutto questo ho tralasciato una delle parti più cringe del suo discorso: “Negli ’60 si giocava con le pistole e si camminava sui cornicioni perché non c’erano droghe e si volevano provare emozioni: ecco perché Luigi Tenco è morto“. Su questo direi di stendere un velo pietoso.
… la gara continua
Arriva sul palco un nuovo gruppo di Big in gara con le loro esibizioni, tutti più rilassati e maturi rispetto all’esordio (o forse siamo noi che abbiamo più familiarità con i brani e ci sembrano più belli?). Si esibiscono: Noemi e Orietta Berti, la prima un po’ più distesa della seconda, ma come la stessa Berti ha affermato, ad una certa età tutto diventa più complicato, dal mantenere la concentrazione sul brano (con memoria e tonalità annessi) all’essere vestita di tutto punto con scarpe alte.
Fa il suo ingresso, ormai monotono, Zlatan Ibrahimovic (che per cinque serate ha ripetuto sempre le stesse battute) e cantano anche Colapesce e Di Martino con “Musica Leggerissima”, catapultandoci in un’estate qualsiasi degli anni ’80 a ballare e prendere il sole in spiaggia (luogo per antonomasia in cui non si ha voglia di fare nulla). Poco dopo è il turno di Max Gazzè, Willie Peyote (il cui pezzo è probabilmente quello che più rappresenta il mondo dello spettacolo oggi e che forse merita almeno il premio della critica) e Malika Ayane. Proprio il brano di quest’ultima continua a sembrarmi ambiguo, ma ai posteri (e magari a qualche intervista) l’ardua sentenza.
Una botta di energia
Arriva l’ennesima pubblicità, che quest’anno è più fastidiosa ed insistente del solito (senza pubblico qualcuno deve pur pagare il biglietto) e ci salva dalla botta di sonno imminente Achille Lauro e il suo nuovo quadro. Ieri sera ha incarnato il Punk Rock portando sul palco sregolatezza allo stato puro insieme al suo storico compagno d’avventura Boss Doms. Bandiera dell’Italia in spalla e chiaro riferimento al quadro “La Libertà che guida il popolo” di Eugène Delacroix e diventa la sposa di Boss Doms: ci regalano un bacio bis e una performance di “Me ne frego” sulla scia dello scorso anno. Tra parole sconnesse e capriole sul palco si arriva a “Rolls Royce”, prima canzone in gara per Lauro al Festival di Sanremo e sul palco c’è un ospite speciale a duettare con lui: Rosario Fiorello, vestito da vedova nera con tanto di corona di spine in testa e rossetto nero.
Arriviamo al turno de La Rappresentante di Lista che se avesse avuto il pubblico in sala, li avremmo visti tutti ballare sulle note della loro “Amare”, seguiti da Irama in Dad (una pena incredibile per lui, che a differenza della Ventura non ha ancora il tampone positivo). Infine, nuova carica di energia con Rosario Palermo e Amadeus Squillo: i due conduttori con tanto di parrucche da donna si sono cimentati, toccando il punto più alto di trash della serata, nel brano “Siamo Donne” di Sabrina Salerno e Jo Squillo.
Cantano a Sanremo 2021 anche Madame, a sua detta “vestita da madre della sua voce” con un vestito laminato ma senza reggiseno e a piedi nudi (chiaro messaggio femminista) e Coma Cose, che ci regalano ancora una volta una delle esibizioni più intime e tenere di questo Festival. Meno imbalsamato e ansioso Fedez con Francesca Michelin, la cui “Chiamami per nome” entra in testa come poche altre canzoni in gara, però forse, meglio ascoltarla in streaming per risparmiarci le stecche di Federico Lucia.
Alessandra Amoroso, Emma, Mahmood e Matilde Gioli: un messaggio di speranza
Ospiti sul palco nella quinta serata anche Alessandra Amoroso, la cui prima apparizione è stata arricchita da un “Carramba che sorpresa” di Emma Marrone con cui ha cantato la loro “Pezzo di Cuore” e Mahmood. Il noto cantante milanese si conferma uno dei più talentuosi qui Italia e ci ha regalato un medley di suoi brani molto intenso, che per un attimo ci ha fatto salire su un macchina del tempo per riportarci al 2018 quando per strada ballavamo tutti sulle note di “Soldi”. Conclude la sua ospitata con un ringraziamento speciale ad Amadeus che lo ha invitato e che gli ha dato la possibilità di esibirsi dopo un anno di stop proprio a Sanremo, dove ha mosso i suoi primi passi.
Successivamente quasi in chiusura di serata Alessandra Amoroso e Matilde Gioli, una cantante e un’attrice, si sono unite per lanciare un messaggio di speranza per tutto il mondo dello spettacolo, che da un anno sta soffrendo la precarietà a causa del Covid. In chiusura un video con molti volti noti: uniti insieme con la speranza che presto potranno tornare tutti su un palco o semplicemente dietro la macchina da presa.
La serata procede con il resto delle esibizioni e un omaggio anche a Renato Carosone con Enzo Avitabile e i Bottari che si sono esibiti insieme ad Amadeus e Fiorello in versione Ali Babà (un po’ fuori luogo forse). Si arriva così alla classifica della sala stampa, che ha ribaltando completamente le prime due classiche (quella demoscopica e quella dell’orchestra). In top 3, infatti, troviamo a sorpresa: Colapesce e Di Martino, Maneskin e Willy Peyote.
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