Astrazeneca: il Cts verso lo stop agli under 50. Probabile nuovo vaccino per i richiami
Il Cts è orientato a rendere fruibile Astrazeneca solo per gli over 60. In Campania annullati gli appuntamenti per usare questo vaccino
Nuovi guai per Astrazeneca: a seguito dei gravi eventi avversi verificatisi in giovani donne che hanno ricevuto tale vaccino durante i famosi open day. Il Cts si prepara ad emanare un nuovo parere, più restrittivo, e probabilmente verrà individuato un vaccino diverso per i richiami. Come ha annunciato Franco Locatelli a Porta a Porta, la comunicazione avverrà oggi. Secondo alcune indiscrezioni, l’idea è di rimuovere le parole “in via preferenziale” dalle raccomandazioni Aifa per obbligare le Regioni ad attenersi alle indicazoni nazionali di somministrare Astrazeneca agli over 60.
E sono proprio le Regioni a muoversi in ordine sparso. La Sicilia ha già annullato la somministrazione di Astrazeneca per gli under 60, mentre la Liguria ha deciso di sospendere l’uso del lotto ABX1506. La Campania annulla gli open day che prevedono la somministrazione di Astrazeneca, mentre il Lazio va avanti per la sua strada. “Le prime dosi andranno somministrate sopra i 60 anni soltanto, è una fascia d’età per cui non c’è stato nessun problema in nessuna parte del mondo” fa sapere il Governatore campano Vincenzo De Luca. In Veneto e Friuli, invece, non verranno più proposti “Astra-day”. Stesso discorso in Sardegna dove l’assessore alla sanità Nieddu afferma che “Non usiamo AstraZeneca al di fuori delle fasce di età indicate dal ministero, nemmeno negli open day. Abbiamo sempre rispettato i protocolli. Dunque, non avremo bisogno di nuove limitazioni“.
Palù: “Sia il Ministero a decidere”
“Stiamo discutendo in queste ore, l’Aifa il suo parere l’ha dato, ieri ci siamo riuniti con il Cts, ma credo che adesso la responsabilità – sia del parere che della comunicazione – spetti al Ministero della Salute. Noi abbiamo una regola di condotta e posso anticipare che su questo sarà il ministro a pieno titolo a dire quale sarà la decisione“. Queste le parole del Presidente di AIFA, Giorgio Palù, durante il Pharma Talk online dell’Academy Business School di Rcs.
“Stiamo anche noi imparando, la scienza si adegua. Non è scienza quello che non è falsificabile, come diceva Popper, quindi dobbiamo aggiustare le nostre conoscenze sulla base delle evidenze” aggiunge Palù. Ad ogni modo, stando al Sottosegretario alla Salute Costa, l’80% dei nuovi vaccini in arrivo sono ad mRNA.
Lo stop potrebbe riguardare solo Astrazeneca
Guido Rasi, l’ex direttore dell’Ema, spiega che lo stop potrebbe riguardare solo Astrazeneca e non altri vaccini a vettore virale, come il Janssen. Quest’ultimo usa um vettore diverso e non ha fatto registrare quel tipo di eventi trombotici che tante grane hanno portato ad Astrazeneca. Rasi è anche molto critico sulla gestione dei cosiddetti open day da parte delle Regioni. “Queste fughe in avanti delle autorità locali sono sempre poco opportune perché poi si è visto, ma si sapeva già, che l’Ema aveva detto molto chiaramente in quali situazioni il beneficio supera il rischio. Forse la stessa Aifa avrebbe dovuto essere più perentoria e dire “sotto i 40 o sotto i 50 assolutamente no“. E sempre a proposito degli open day con Astrazeneca, Rasi specifica: “Sia chiaro: un mese fa era giustissimo farlo, oggi non più”.
Crisanti: “Ma questa è la Repubblica delle banane?”
Andrea Crisanti, professore microbiologo dell’Università di Padova, prende parola dopo la morte della 18enne genovese. “Improvvisamente si fanno queste iniziative (di open day) che sono poi di fatto in contrasto con le indicazioni. Mi chiedo: ma c’è una regola in questo Paese o no?” E ancora, “Perché i vaccini sopra i 60 anni, AstraZeneca, sono stati distribuiti ai giovani, sapendo che c’era questo rischio quando c’è a disposizione un’alternativa che è Pfizer?” Ci va giù pesante, il prof. Crisanti, che sbotta: “Ma questa è la Repubblica delle banane? Io rimango sconcertato. Qui il primo che si sveglia decide di fare gli open day per i ragazzi. Il Cts è stato informato preventivamente? Hanno chiesto il parere agli esperti?“
Ipotesi terza dose Pfizer
Intanto, secondo le indiscrezioni, il Ministero della Salute avrebbe iniziato a lavorare al piano per somministrare la terza do se di vaccino. L’idea è di somministrarlo a quei 20 milioni di italiani particolarmente vulnerabili: over 60, i fragili e chi è a contatto con loro, forze dell’ordine e personale sanitario. Il vaccino prescelto è con ogni probabilità lo Pfizer.
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