Aliquote Irpef: piccoli ritocchi rispetto alla bozza
Aliquote Irpef: piccoli ritocchi rispetto alla bozza. La terza aliquota sarà del 35 e non del 34%. Analizziamo tutti i dettagli
Rimodulazione quote Irpef
È stata trovata la soluzione concernente la rimodulazione delle Aliquote Irpef: è stata confermata, infatti, la riduzione da 5 a 4. Il viceministro dello sviluppo economico Gilberto Picchetto, a tal proposito, ha affermato:
“C’è l’accordo politico ad agire sulle aliquote Irpef. E altrettanto un ragionamento sull’Irap che vede una scelta verticale, partendo dalle 850mila persone fisiche, autonomi e ditte individuali, aggiungendo eventualmente le start up. Questo è l’accordo politico, ora Franco ne deve parlare con Draghi, noi con i nostri partiti e poi rivederci”.
La riforma dell’Irpef e il taglio dell’Irap sono entrambe “un primo passo strutturale, non solo per il 2022″, ha spiegato Picchetto.
Ritocco terza aliquota
Le nuove 4 aliquote saranno 23%, 25%, 35%, 43%.
Rispetto alle bozze circolate prima dell’incontro c’è un piccolo ritocco sulla terza aliquota inizialmente ipotizzata al 34%. Sparisce, di conseguenza, l’aliquota del 41% che si applica alla parte del reddito tra i 55mila e i 75mila euro. Viene un poco ridotto il salto dalla seconda alla terza aliquota che prima era di 11 punti (dal 27 al 38%) e ora scende a 10 punti. La fascia di reddito fino a 15mila euro rimane tassata al 23%, quella 15-28mila passa dal 27% al 25%, quella 28-50mila (non più 55 mila) scende dal 38% al 35%, mentre oltre i 50mila si passa direttamente al 43%. Sulla no tax area (la parte di reddito su cui non si pagano tasse) si considerano piccole modifiche.
Il Governo e le aliquote marginali effettive
Da definizione le aliquote marginali indicano la quota percentuale di un incremento di reddito guadagnato che deve essere versata come imposta o che viene compensata da una diminuzione di benefici incassati. Si calcolano come combinazione delle aliquote marginali nominali e implicite gravanti sul reddito.
Il Governo vorrebbe anche riconsiderare e modificare il sistema di bonus e detrazioni che oggi produce un effetto alquanto particolare. Ovvero gonfiare le aliquote marginali effettive, cioè quelle che colpiscono i proventi aggiuntivi come premi e straordinari. Il lavoro di definizione delle detrazioni è ancora in corso.
Le parole di Antonio Misiani, responsabile economico del PD
“Siamo molto soddisfatti. L’ipotesi di accordo concentra le risorse sull’Irpef, come chiedevamo, e aiuta innanzitutto chi oggi paga gran parte dell’imposta. Dipendenti, pensionati, ceto medio, con benefici che possono superare i 700 € annui per alcune fasce di contribuenti del terzo scaglione Irpef, attualmente compreso tra 28 e 55 mila €”.
Governo Draghi: messi a disposizione 8 miliardi complessivi
Gli 8 miliardi complessivi messi sul piatto dal Governo Draghi dovranno essere usati per ridurre l’imposta sui redditi delle persone fisiche:
- attraverso la riduzione delle aliquote sia con una revisione delle detrazioni.
- attraverso l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Viene lasciato al Parlamento il compito di stilare le disposizioni nero su bianco, scegliendo chi privilegiare.
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