Papa Francesco a CTCF: “La guerra è il contrario della Creazione”
Papa Francesco: l'intervista storica di domenica sera a Che Tempo che fa tra il tango, Roberto Carlos e quella tv spenta dal 1990
Papa Francesco: l’intervista storica di domenica sera a Che Tempo che fa tra il tango, Roberto Carlos e quella tv spenta dal 1990
Da piccolo avrebbe voluto fare il macellaio. Poi si è innamorato della chimica e avrebbe certamente indossato il camice bianco se a 19 anni non avesse ricevuto la vocazione. Dal 13 Marzo 2013, quando è salito al soglio pontificio, Papa Francesco un medico lo è diventato comunque, ma delle anime, una luce tra le ombre più fitte della nostra società: la guerra, la strage di immigrati che ha fatto del Mediterraneo il cimitero più grande d’Europa, il cambiamento climatico.
Tutti temi che il Pontefice, appassionato di musica classica e di tango, ha toccato domenica sera nel corso di una storica intervista a “Che Tempo che fa”, la prima concessa ad una televisione italiana: “La guerra è il contrario della Creazione. La guerra è distruzione (…) Se smettessimo per un anno di fabbricare armi, potremmo dare una buona educazione a tutto il mondo“.
E ancora: “Dovremmo fare come il buon samaritano: non girarci dall’altra parte di fronte al dolore di un altro uomo. E avere cura del Creato (…) Di nostra madre Terra. Mi viene in mente una canzone di Roberto Carlos che dice: “Perchè il fiume non canta più? Perchè il fiume non c’è più”.
Usa una parabola Papa Francesco, quella del figliol prodigo, anche quando parla del rapporto genitori-figli, sullo sfondo un aumento esponenziale dei disagi psichici tra i più giovani: “I figli hanno bisogno di essere accolti (…) Bisogna essere complici dei figli, anche quando fanno scivoloni dettati dall’età”.
In fondo un rapporto filiale, che si sublima attraverso la preghiera, è anche quello tra Dio e i credenti: “Bisognerebbe imparare a pregare come i bambini, che quando si sentono smarriti chiedono aiuto alla mamma e al papà”. La preghiera, allora, non è altro che lo sguardo di Dio, onnipotente nell’amore, che si posa su di noi.
“E’ come quando un bambino apre per la prima volta gli occhi sul mondo e chiede continuamente il perchè di qualsiasi cosa. A lui non interessano le risposte che gli darai, chiede solo che tu lo guardi, che gli presti la tua attenzione”.
E’ ironico Papa Francesco, un uomo normale ma allo stesso tempo come rivestito di un’aura che te lo fa credere incrollabile. Eppure lui stesso rimane ancora inerte e senza risposte di fronte alla sofferenza dei più piccoli (“L’unica strada che conosco è soffrire insieme a loro“) e non può fare a meno del contatto umano, una delle tantissime cose che i due anni di lotta contro la pandemia ci hanno tolto. “E’ per questo”, puntualizza, “che ho deciso di non vivere nell’appartamento pontificio”. Sin dalla sua elezione ha preferito Santa Marta: “Qui posso parlare con tanta gente”.
E poi: “Sopporto esattamente come sopportano le altre persone, pensa solo a quanti padri di famiglia faticano ad arrivare alla fine del mese. Non sono mai solo, ci sono persone che mi aiutano in tutto (…) Se ho degli amici? Pochi ma veri.
Il congedo è un sigillo e una dichiarazione di intenti, che abbiamo già sentito utilizzare a Papa Francesco nel corso dello speciale natalizio del Tg5 “Francesco incontra gli ultimi”: “Chiedo di pregare per me. Se non preghiere, almeno buone onde”.
Il Pontefice e la tv: i precedenti
Quella di Papa Francesco a “Che Tempo che fa”, lo abbiamo detto, è stata la prima intervista in diretta concessa ad una tv italiana.
Prima di quest’occasione il Pontefice è stato protagonsta di due speciali curati dal Tg5, il già citato “Francesco incontra gli ultimi” e “Il Mondo che vorrei”, intervista registrata a Santa Marta con Fabio Marchese Ragona, oltre ad essere intervenuto telefonicamente per i trent’anni di “UnoMattina”, era il 22 Dicembre 2016, e per augurare ai telespettatori di “A Sua Immagine” una serena Pasqua: la puntata, uno speciale dedicato al rito della Via Crucis, è andata in onda il 10 Aprile 2020, in pieno lockdown duro.
Ma qual è il rapporto del Pontefice con la tv? “Ho smesso di guardarla il 16 Luglio del 1990”, confessa mentre possiamo scommettere che il pubblico da casa abbia cominciato a chiedersi cosa andasse in onda in quel periodo, “Da allora l’ho guardata solo per eventi eccezionali: le Torri Gemelle o l’insediamento di un nuovo Presidente”.
L’impressione è che Francesco I preferisca il cinema e la varia umanità dipinta dal Neorealismo italiano, in particolare da Vittorio De Sica: “Ricordo questo film dove c’è un personaggio che per leggere la mano chiede cento lire. Io chiedo a voi cento preghiere”.
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