10 Marzo 2016 - 11:07

Sapori e saperi della Dieta Mediterranea

Il modo di camminare sceglie anche il modo di mangiare. Celso, Pioppi, Pollica, Cannicchio: aZONzo ci fa fare tappa nelle terre cilentane della Dieta Mediterranea tra natura autentica, prodotti autoctoni e qualità della vita

[ads1]Il termine “mediterraneo” porta con sé la stessa radice di “mediazione”. Il Mediterraneo, crocevia di popoli e culture, è il luogo del “mezzo”, è lo spazio dell’incontro in cui è possibile la comunicazione e la trasmissione dei saperi.

E se concordiamo con Heidegger per cui “vivere è abitare”, essere mediterranei allora significa vivere nell’equilibrio.

Abero di ULIVO nel CilentoIl termine “dieta” – lontano dall’idea delle 1200 calorie giornaliere calcolate e temute in cui si mortificano corpo e mente – si riferisce all’etimo greco “stile di vita, che va ben oltre ciò che mangiamo e tocca piuttosto la nostra identità culturale.

Pertanto, se la Dieta Mediterranea si riferisce al modus vivendi di chi abita le soleggiate e generose terre del Sud – le nostre – allora ci svelerà sapori e saperi di casa nostra.

E ci parlerà di noi.

 

Dichiarata dalla prestigiosa Lista dell’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità nel 2010, la Dieta Mediterranea è un modello nutrizionale di alcuni paesi del bacino del Mediterraneo che si basa sul consumo degli alimenti autoctoni e sulle abitudini alimentari ad essi associati.

percorso della dieta mediterraneaUn “modello” perché a partire dal dopoguerra alcuni studi, iniziati con il fisiologo statunitense Ancel Keys, hanno provato che in queste aree geografiche, nei primi anni sessanta, l’aspettativa di vita era tra le più alte del mondo.

Nonostante si trattasse di contesti con difficoltà economica e di limitazione delle risorse, nonostante l’elevata abitudine al fumo, il livello socio-economico basso e la scarsità di assistenza sanitaria, chi abitava questi posti, per lo più contadini e pescatori che si destreggiavano tra il mare, i campi e la casa, era più longevo e quasi immune alle malattie croniche.

Eppure si trattava della dieta di una popolazione rurale, povera e frugale.

Qual era il segreto di questi posti?

sentiero presso Pollica

Tra queste aree geografiche privilegiate c’è l’Italia meridionale, e in particolare il “paesaggio vivente” del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano che occupano una posizione baricentrica rispetto all’intero bacino mediterraneo, che fa di questo luogo – più degli altri – la soglia tra ecosistemi e culture euromediterranee.

Qui Ancel Kies scelse di “vivere” la seconda metà della sua vita, nel borgo marinaro di Pioppi, dove acquistò una casa in mezzo a quelle dei pescatori. Morì poco prima di compiere 101 anni nel 2004, ebbro della bellezza e della ricchezza della natura.

Sulle tracce di questi luoghi magici, la nostra “fame” di Outdoor ci ha portato ancora una volta nel Cilento lento della dieta mediterranea, lungo le propaggini meridionali del massiccio del Monte della Stella, tra i luoghi cari ad Ansel Keys.

Da Casalvelino paese, lungo un itinerario tra la Stella e il mare, abbiamo assaporato l’ameno comune di Pollica con tutta la sua piccola costellazione di borghi medievali.

Dalle frazioni collinari di Celso e Cannicchio, la cui fisionomia vista da lontano è quella di 2 roccaforti che seguono l’andamento sinuoso del crinale, con passo dolce e sotto il cielo di un inverno buono, lungo un sentiero in verde, abbiamo quasi saltellato poi verso il mare di Pioppi ed Acciaroli.

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Viuzze deserte nei paesini e sentieri di campagna tutti intorno.

Torrini difensivi dentro ed alberi di ulivo fuori.

Porte carraie su cortili umidi e brezza di mare nell’aria.

Le piazzette assonnate del fine settimana e il verde abbagliante dei percorsi collinari.

I bar con i suoi personaggi ancestrali, l’arredo demodè, le partite di scopone e di tre sette, i segreti bisbigliati tra un sigaro ed una pipa, “li cunti de li cunti” degli anziani. E poi l’odore dei camini, il profumo del ragù della domenica mattina, i gatti assonnati sulle strade ciottolose, le donne “con le gonne” tra le sporte e le lenzuola stese.

Qui ogni mattina la colazione si fa ancora con pane e olio.

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Oltre questi anacronistici confini, le “mille sfumature di verde” tra il monte sacro, le valli e i sempreverdi. Abbiamo passeggiato per km che neanche abbiamo contato, temporeggiando davanti ai paesaggi e corteggiando alberi e arbusti.

Borragine, salvia, sulla, cicoria e rosmarino. Mirto profumato sui cespugli e olive ancora sode per farle sotto sale. Gli asparagi ce li siamo mangiati e col finocchietto selvatico li abbiamo pure digeriti. Con le carrube ci siamo concessi un cioccoloso dessert poco calorico ma nutriente e con i limoni abbiamo lavato le mani senza usare sapone.

Minerali, vitamine, proprietà sazianti ed antiossidanti. Questa la nostra dieta mediterranea con tutti prodotti a km 0. Queste le nostre erbe della felicità.

Dalla terra alla bocca. Tutto “made in Cilentum”.

Abbiamo un pò rubato alla natura come buon auspicio di lunga vita.

Siamo una comunità di ladri, una famiglia di amici, un gruppo di avventurieri, che mangiano insieme ospitati dai prati.

Nel piatto il rispetto per la Madre Terra, l’amore verso questi luoghi, il gusto della convivialità, la memoria dei riti e delle tradizioni.

Lontano dai fastfood, dalle diete tristi e dalle “intolleranze del benessere”, siete tutti invitati al nostro banchetto settimanale. Dal paesaggio alla tavola di Outdoor.

 

CILIENTO è

Ciliento è ‘nna zoria carnale e gentile / Ciliento è ‘nnu filo re viento r’abbrile / Ciliento è ‘nna notte stellata re vierno / Ciliento è ‘nn’amore ch’è comme ‘nno pierno / Ciliento è ‘nno lemmete ‘nno spinzo ‘nn’agriddo / Ciliento è ‘nna storia ‘nna vita, la mia Ciliento è ‘nno core ‘ntrezzolato re malia.

 di Giuseppe De Vita

 

E MO’ ME FAZZO NU PERETTO

E mo’ me fazzo nu’ peretto re vino, re’ lo cchiù tuosto ca’ tengo ‘ncantina. Me lu voglio sculari, cu’ grandi passioni, ca’ la nenna mia m’ha mannati affangulo. Ra primma me mbriaco, e rumani me metto a la cerca re n’auta. Ca’ li fimmene songo tante, a chistu paiese, ca si vuless’io, ne trovasse una a lu mese!

 di Catello Nastro 

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