Inside the Music: Jovanotti, Vasco, Sanremo ed un brano travisato per anni
Come è nata Albachiara di Vasco e “Wish you were here” dei Pink Floyd è stata scritta davvero per una donna come sembra? Inside the Music è l’unica rubrica che vi farà scoprire notizie e curiosità legate alla genesi, alla composizione, ed al successo di alcuni dei brani più famosi presenti nel panorama musicale mondiale. Oggi è il caso di Vasco a firma di Jovanotti
“No, Vasco no, Vasco, io non ci casco”
“La parola può essere fraintesa. A volte succede che tu dici una cosa, la pensi in un modo e invece la gente la pensa in un altro modo diverso da te. Quindi si instaura un loop di informazioni mediatiche da cui fai fatica a venire fuori. Fu proprio questo il caso.”
Ad affermare quanto appena scritto è stato Lorenzo Cherubini durante una apparizione televisiva in cui spiegava il senso di “Vasco”, brano contenuto ne “La mia moto”, secondo album in studio dell’artista, pubblicato nel 1989, e presentato al Festival di Sanremo dello stesso anno. L’album, nella sua interezza, rappresenta il primo approccio musicale che Jovanotti ha con la lingua italiana in quanto la precedente creazione, “Jovanotti for president”, era completamente a tema stelle e strisce sia nel sound che nei testi.
Una variabile, quella della lingua, che è stata confermata anche da Claudio Cecchetto, all’epoca produttore nonché mentore di Jovanotti, nella sua autobiografia in cui si legge che “per il nuovo disco, data la precedente esperienza, volevamo testi in italiano. Il problema è che Lorenzo non ne aveva mai scritti, eppure sembrava che non avesse fatto altro. Prendeva carta e penna, si sedeva alla scrivania dello studio e dopo un quarto d’ora tornava con un testo incisivo, geniale.”
Molto probabilmente proprio in una di queste sessioni di scrittura deve essere nato anche il testo di “Vasco” un brano molto frizzante, immediato e spensierato nel sound, in puro stile Jovanotti anni ’80, ma la cui parte lirica, però, è stata per anni travisata e malvista da molti. “Mi ritrovai tantissimi fan di Vasco, tra cui c’ero anch’io” – afferma Jovanotti- “incazzati con me perchè pensavano che avessi scritto un pezzo contro Vasco.” In effetti il testo in alcuni frangenti sembra voler esaltare alcuni comportamenti negativi presentati attraverso diverse metafore con la figura di Vasco Rossi, dai quali, a primo impatto, il protagonista sembrerebbe volersi distaccare per non essere malvisto o peggio ancora non essere accomunato ad uno come lui.
In tal senso l’emblema di quanto appena affermato è confermato da passaggi lirici come il celeberrimo ritornello “No, Vasco no, Vasco, io non ci casco, per quelli che alla notte ritornano alle tre…” oppure in altri pezzi come “Oh, mamma stasera esco prendo la moto,ma senza casco andiamo in centro, viene anche Vasco torno tardissimo e fuori fa fresco…”
“Fui travisato” – continua Jovanotti nella sua intervista- “perchè io l’avevo pensata al contrario, come una vera e propria adorazione per lo stesso Vasco. Il ritornello dice per quelli come te, ma intendevo soprattutto come noi o come tutti quelli che fanno tardi divertendosi. Il non ci casco è un appello rivolto a me stesso e vuol dire che non mi farò ingabbiare dal sistema, rimarrò uno libero, uno che appunto non ci casca. Proprio come Vasco.”
Nonostante le tante critiche Jovanotti decise lo stesso di presentarsi, con un outfit total jeans corredato da un cappellone da cowboy e calzettoni in spugna, sul palco del teatro Ariston riuscendo addirittura a sbaragliare la concorrenza di molti altri colleghi più noti ed affermati classificandosi al termine della competizione in quinta posizione. Il singolo tanto bistrattato fu anche un ottimo traino per tutto il disco che, ad oggi, ha venduto un totale di circa 600.000 copie.
Insomma tutto è bene quel che finisce bene come si suol dire, anche se resterebbe ancora una domanda a cui rispondere: ma Vasco Rossi, quello vero, cosa ha pensato di tutta questa situazione???
“Glielo facemmo ascoltare a Milano. Eravamo io e Cecchetto, lo beccammo in un locale dove andavamo spesso a mangiare. Avevo con me la cassetta col pezzo e lo mettemmo nella sua macchina a tutto volume. Gli piacque un sacco e rise, rise di gusto prima di dire: è forte! Diventerà un successo.” Ed i fatti, al di là delle critiche, tutto sommato gli hanno dato ragione.
Nel video di seguito l’esecuzione del brano durante il festival di Sanremo del 1989:
https://www.youtube.com/watch?v=xu1eh-SyG4M
Lo scorso appuntamento di Inside the Music si è concentrato su Eric Clapton e la sua “Cocaine”. Puoi rileggere l’articolo cliccando qui.
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