27 Luglio 2016 - 16:33

Addio al Tfa, un concorso post laurea al posto del tirocinio

tfa sostegno 2019

Colpo di scena nell’ambito della scuola: è prevista l’archiviazione del Tfa a favore di un concorso post laurea della durata di tre anni

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Una novità che si inscrive all’interno di un quadro già abbastanza intricato andando a complicare le criticità preesistenti. Il ministro dell’istruzione Giannini nei prossimi giorni illustrerà le linee guida del piano nazionale di formazione degli insegnanti. Si tratta di un’anteprima di ciò che sarà reso chiaro al termine dei lavori sui decreti delegati già in cantiere e in vigore a partire da gennaio 2017.

Niente più Tfa, pare che per ottenere la famigerata abilitazione all’insegnamento i neo laureati dovranno partecipare a un concorso post laurea che consentirà l’accesso a un percorso formativo della durata di tre anni. Il primo anno sarà dedicato alla teoria sulla didattica in collaborazione con gli atenei, gli altri due di tirocinio tra i banchi di scuola.

Al contrario del Tfa, stavolta non saranno più gli insegnanti a pagare l’abilitazione ma saranno i docenti a ricevere una remunerazione durante il tirocinio. L’assunzione diventerà quindi “graduale” e chi vincerà il concorso non potrà più sperare di ottenere in tempi brevi un contratto a tempo indeterminato.

Questo risvolto è confermato dalla senatrice Francesca Puglisi“Dopo il concorso, a seguito dello scorrimento delle Gae, dovremo andare a vedere la fotografia dei bisogni della scuola e degli insegnanti e andremo ad individuare nuove soluzioni. Il Governo sta vagliando l’ipotesi di un tfa solo nelle classi di concorso esaurite. Non vogliamo continuare a far proliferare precariato non abilitato. Chi lavora a scuola deve avere la patente di insegnante in mano: il miglior laureato in matematica non è il miglior insegnante. C’è molta pressione da parte dei precari di terza fascia. L’intento è quello di dare un’opportunità man mano che i decreti attuativi vanno avanti”.

L’impressione è che, nonostante le rassicurazioni provenienti dalle istituzioni e la nobile “concessione” della soppressione del pagamento per l’abilitazione, non si stia facendo altro che proporre un precariato maggiormente dilatato nel tempo.

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