18 Marzo 2016 - 10:49

Al Sisi monitora l’Italia su un eventuale intervento militare in Libia, con l’ombra di Giulio Regeni

Al Sisi

Il Presidente egiziano Abd al-Fattah Al Sisi, durante un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Repubblica, ha usato parole forti monitorando il Governo italiano sull’eventuale intervento militare in Libia: “Si rischia un’altra Somalia,l’intervento potrebbe provocare effetti incontrollabili. Non c’è solo l’Isis, servono piani globali contro tutti i jihadisti“. Tutto mentre ancora instancabilmente chiediamo verità e giustizia per Giulio Regeni.

[ads1] “L’Italia è un paese amico dell’Egitto ed entrambi siamo molto interessati alla sicurezza nel Mediterraneo; prima di tutto bisogna chiedersi: qual è la exit strategy? Senza tale fattore c’è il rischio di arrivare ad una situazione che poi può sfuggirci di mano e provocare sviluppi incontrollabili“, usa parole forti Al Sisi con i cronisti di Repubblica, ma anche riferimenti storici che evocano inequivocabilmente cupi ricordi per l’immaginario collettivo: non solo lo spinoso caso della Somalia, ma il più recente caso dell’Afghanistan.

Andando poi ad estrapolare quali vogliono essere le tesi di Al Sisi, non ci si può non ricollegare alle parole pronunciate da Tony Blair il 26 ottobre 2015, quando, in un’intervista shock dichiarò “sull’Iraq io e Bush abbiamo sbagliato“.  L’assenza di una reale strategia di azione, di una reale direttrice, di un piano preciso: tutto ciò, per l’ex leader dei laburisti ha non solo provocato tantissime vittime innocenti, ma anche animato il fuoco dell’Isis.

Ma non solo, in un territorio come la Libia, dove sussistono due governi paralleli (uno a Tobruk e uno a Tripoli) in cui si inseriscono le milizie del Califfato nero, ha senso intervenire militarmente? Oggi, nel 2016, ha ancora senso la risoluzione del conflitto politico tramite l’utilizzo di una forza militare straniera? Certo, ognuno ha sensibilità differente, ma i risultati di tali politiche sono sotto gli occhi di tutti e ad ammetterlo è arrivato persino uno come Tony Blair, storico e stretto alleato di Bush in Europa.

Tornando all’intervista di Al Sisi, si intravedono tra le sue parole anche riferimenti al caso Giulio Regeni. Ricardo Noury, portavoce di Amnesty International che da un mese circa ha lanciato insieme a tantissime associazioni e comitati la campagna “Verità per Giulio Regeni”, dalle colonne del Manifesto critica aspramente Al Sisi accusando il Presidente egiziano di “violazione sistematica dei diritti umani“.

Al Sisi, Matteo Renzi, l‘intervento militare in Libia a guida italiana e Giulio Regeni: un vero e proprio kaleidoscopio politico e non solo che sta occupando la cronaca italiana ed internazionale da oramai quasi un mese. Tutto ciò potrebbe trasformarsi in un marasma se l’ottica con quale si analizzeranno i fatti sarà sempre la solita, alle spalle degli interessi collettivi e di ciò che la storia ci ha insegnato.

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