22 Febbraio 2016 - 11:39

Albert Woodfox, finalmente libero l’ultimo degli “Angola Three”

Albert Woodfox

Albert Woodfox, dopo 43 anni di isolamento in una cella tre metri per due nel carcere della Lousiana è stato liberato venerdì. Esulta Amnesty International che da sempre ne chiede la scarcerazione: è l’ultimo degli “Angola Three” a essere stato liberato, prima di lui Robert King nel 2001 e Hermane Wallace nel 2013, che però morì di cancro poco dopo esser stato scarcerato.

[ads1] Una storia di accanimento, ingiustizia e soprusi.

Tutto comincia nella primavere del 1972: nel carcere dello Stato della Louisana, negli USA, sta scontando una condanna per rapina un giovane afroamericano di nome Albert Woodfox, all’epoca membro delle “Pantere nere“.

Le condizioni per i detenuti sono a dir poco disumane e, questi ultimi ordiscono una rivolta interna al penitenziario: la rivolta finisce nel sangue a seguito dell’uccisione della guardia giurata Brent Miller. Nel carcere comincia subito la caccia all’uomo, con lo scopo di dimostrare al mondo la durezza del sistema penitenziario americano disinnescando nel terrore altre eventuali rivolte: subito indagati e condannati Albert Woodfox, Robert King ed Hermane Wallace, tutti membri delle “Pantere nere”. 

Dal 1997 poi, questo intricato caso giudiziario guadagnerà i titoli dei giornali come “Angola Three“, in funzione della scoperta di studente di legge e organizzatore del movimento “Black Freedom” il quale scoprì  che, dopo 20 anni, i tre erano ancora detenuti in regime di isolamento in celle di circa due metri per tre.

Woodfox, così come gli atri due detenuti, trascorreva circa 23 ore al giorno in questa cella di isolamento, ma non poteva mai togliere le manette, conquistando il triste record di  detenuto americano rimasto più a lungo in cella d’isolamento, per ben 43 anni, vedendo rinnovata puntualmente ogni 90 giorni l’approvazione dell’isolamento poiché reputato “l’uomo più pericoloso al mondo“. Da sottolineare che gli “Angola Three” si sono sempre dichiarati innocenti.

Venerdì scorso, il giudice federale della Louisiana ha accolto la richiesta

Albert Woodfox

Albert Woodfox

di scarcerazione presentata dal difensore di Albert Woodfox nel giorno del suo 69esimo compleanno. Infatti, le due sentenze per omicidio a carico di Woodfox sono state sempre ribaltate a causa dell’insufficienza di prove e sospetto di discriminazione razziale, mai nessuna traccia di DNA dei tre è stata mai trovata sul corpo di Miller e il processo è stato interamente guidato da poche testimonianze dei detenuti. Sta per partire il terzo processo.

Sembra il capitolo finale per gli “Angola Three“: 43 anni di soprusi statali, così come ha sempre sostenuto Amnesty International che li ha sempre apostrofati come “prigionieri politici“, colpevoli solo e unicamente di appartenere ad un organizzazione, le “Pantere Nere” che ha sempre lottato per i diritti degli afroamericani.

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