15 Luglio 2016 - 21:41

Alessandro Borghi secondo grande ospite del Giffoni Film Festival

Alessandro Borghi

Alessandro Borghi è il secondo grande ospite del Giffoni Film Festival 2016: «La mia meta è proseguire questo magnifico lavoro»

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Nonostante i ruoli da cattivo, Alessandro Borghi è il classico bravo ragazzo: nato e cresciuto a Roma, ha esordito sul piccolo schermo nella fortunata serie televisiva Romanzo criminale 2. «Mi sono sempre sentito un uomo fortunato, visto che a differenza di tanti miei coetanei ho potuto dare corpo alla mia passione per la recitazione», ha spiegato l’attore. «Nonostante alle spalle non abbia una formazione attoriale canonica, posso vantare un anno ricco di soddisfazioni e di riconoscimenti professionali importanti». Il bel trentenne romano, difatti, è stato premiato nel corso dell’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, vincendo il premio NuovoImaie Talent Award come miglior attore italiano esordiente.Alessandro Borghi

«Il tema di questa edizione del Festival mi tocca da vicino, visto che della Destinazione ho fatto il mio obiettivo negli ultimi anni. Dopo lunghi periodi di sacrifici e rinunce, ho capito che la mia vera meta è la possibilità concreta di proseguire in questo magnifico lavoro ha raccontato ai ragazziNe sono così appassionato che lo consiglierei a tutti i ragazzi che in questi giorni saranno presenti al Festival. E proprio a loro, probabilmente, domanderei un giudizio critico sui ruoli che mi hanno visto protagonista. Sarei entusiasta di sapere cosa pensa un pubblico tanto giovane e spassionato. I giovani sanno essere sempre la migliore lente con cui guardare il mondo».

 Un professionista senza grilli per la testa, nonostante con Suburra e Non essere cattivo sia entrato di diritto nella storia del cinema italiano: «sono sempre stato un appassionato di cinema e, già da bambino, ero solito trascorrere il mio tempo libero incollato al piccolo schermo. Per questo motivo pensavo di conoscere bene l’universo della celluloide ma, non appena l’ho osservato dall’interno, ho capito quanto sia complesso e sfaccettato. La prima cosa che ho appreso, difatti, è la necessità che i personaggi, affinché risultino credibili, debbano essere costantemente ricondotti alla realtà», ha concluso Borghi.

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