14 Gennaio 2017 - 13:32

Alla Ricerca di Dory – Chi siamo senza ricordi?

dory

Uscito il 17 giugno 2016 (qui in Italia il 15 settembre 2016), Alla Ricerca di Dory è sequel e spin-off di Alla Ricerca di Nemo, uscito nelle sale nel 2003, diventando uno dei pilastri di successo della collaborazione tra Pixar e Disney. Torna un altro capitolo sui viaggi oceanici a cura di Andrew Stanton ed una probabile candidatura agli Oscar 2017.

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Sono passati quasi 15 anni quando la Pixar stupiva il mondo e narrava la storia di un pesce-pagliaccio di nome Marlin che percorreva l’intero oceano per ritrovare il suo figlio NemoAlla Ricerca di Nemo è stato uno dei maggiori successi del mondo Pixar, divenuto persino il miglior film d’animazione agli Oscar nel 2004. Ben 13 anni dopo, la Pixar tenta un’altra doppietta (la vittoria di Alla Ricerca di Dory seguirebbe la vittoria di Inside Out del 2016), mentre la Disney sta tornando in auge con le vittorie di Frozen e Big Hero (rispettivamente 2014 e 2015) e con la produzione degli ottimi Zootropolis e Oceania (di cui parleremo in futuro).

La Pixar prova a tornare alla ribalta con un sequel che convinca molto di più di quello di Monsters & Co. Sceglie un altro personaggio di caratura mondiale che ha conquistato il cuore dei fan dei film d’animazione grazie alla sua stravaganza ed alla sua simpatia: Dory.

Prima un Road-Movie, ora un Flash-Back dory

Dory passa da spalla comica a protagonista della pellicola. È lei stavolta ad essere al centro della storia, mentre Marlin Nemo sono ribaltati a spalle, a tratti neppure troppo importanti.
La Pixar opta per una serie di novità e racconta un nuovo lato della vita dei pesci. Innanzitutto Dory è alla ricerca dei suoi genitori, perduti molti anni fa e mai più ritrovati a causa delle sue amnesie.

La storia potrebbe sembrare un classico Road-Movie in cui il personaggio principale affronta diverse sfide per poi arrivare alla meta finale, ma non è così. O meglio: lo è ma con tutta l’originalità di Pixar.
Dory inizia pian piano a recuperare ricordi dei propri genitori, in particolar modo dei loro insegnamenti, spesso salvandosi, grazie ad essi, dalle situazioni difficili.

Ricordare i propri passi per andare avanti… o tornare indietro

Il messaggio della Pixar – come con Il Viaggio di Arlo (leggi qui l’approfondimento) – è ancora una volta legato indissolubilmente al destino del film che lo contiene. Finding Dory è una rispolverata del passato glorioso della Pixar, un sequel convincente, che non tradisce la storia e la logica del primo film; Pixar ci offre una pellicola probabilmente meno spettacolare ma comunque all’altezza della precedente. 

Dory riscopre il proprio passato goccia a goccia, fino a riscoprire il suo ruolo nell’oceano. Lo fa attraverso situazioni divertenti di una Pixar che torna ancora una volta sull’azione, sulle scene frenetiche e disegnate dettagliatamente, come ad esempio la scena finale.

Siamo ciò che facciamo, siamo ciò che ricordiamo dory

La nostra mente funziona in maniera complessa. E questo la Pixar lo sa.
Dory è il classico personaggio che ha tanta voglia di fare ma che si risolve a fare solo le cose più immediate, dimenticando quelle importanti, in una sorta di carpe diem. 

I suoi ricordi la renderanno più forte, più esperta, e più sicura in ciò che fa.
La Pixar ci insegna (e ci ricorda) quanto le nostre esperienze possano fare la differenza, e soprattutto divide le volte in cui sarebbe meglio lasciarli andare da quelle in cui c’è bisogno di fermarsi a pensare. Gioca su questo la bellissima metafora delineata con i continui flashblack della simpatica protagonista.

La dura scalata verso l’Oscar 2017

Seppur sia una gradevole pellicola, Alla Ricerca di Dory molto probabilmente non vincerà l’Oscar come miglior film d’animazione del 2017. La Pixar ha concentrato 3 film in tempi troppo brevi e, in generale, ne risulta un gran lavoro che dimostra l’intenzione della Pixar di continuare a regalarci grandi storie.

Non è bastato convincere la critica per la Pixar, nonostante questa storia contenga, a differenza di The Good Dinosaur, più personaggi di contorno (tartarughe marine, belughe, squali-balene e leoni marini solo per citarne alcuni) e abbia persino la capacità di evitare il bisogno un antagonista.

Neanche c’entra che gli incassi siano stati spettacolari, perchè la pellicola, essendo un sequel di Nemo, ha – letteralmente – cavalcato l’onda del successo di quasi 15 anni fa.

Hank: l’Easter Egg duranto anni ed anni

Hank, polpo che si mimetizza con l’ambiente intorno col desiderio di finire in un acquario di esposizione a Cleveland, diventa co-protagonista di Dory (pur sembrando a tratti antagonista)Già il desiderio di apparire agli umani ci ricorda fortemente Stinky Pete da Toy Story 2, ma in più, come confermato dai registi Pixar, il suo è un Easter-Egg perdurato per molti anni, passando per diversi capitoli Pixar (descritti nel video in seguito).
A proposito di cose indimenticabili e di Easter Egg, guardate l’ultima scena dopo i titoli di coda: ci sarà una bella sorpresa…

Un arrivederci…

Paradossalmente, le analisi dei film Pixar va in standby proprio col lungometraggio che ci ricorda l’importanza del ricordare;
Alla Ricerca di Dory è, ad oggi, l’ultimo lungometraggio della collaborazione tra Disney e Pixar, ma nel 2017 sono stati annunciati altri due capitoli: Cars 3 (leggi gli approfondimenti di Cars e Cars 2) e Coco. [ads2]