31 Dicembre 2019 - 19:07

È stato l’anno dei Cinecomics, o Martin Scorsese ha ragione?

Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon Marvel

Tirando le somme di questo 2019 cinematografico, le questioni sul concetto di “cinema contemporaneo” sono molteplici. Da un lato gli incassi miliardari dei cinecomics, dall’altro le opinioni di artisti del settore quali Martin Scorsese

Della lite tra Martin Scorsese e i cinecomics dei Marvel Studios se n’è parlato copiosamente. Il regista italo-americano, prima che il suo ultimo lavoro, The Irishman, fosse distribuito su Netflix, si è lasciato scappare più di una indignazione nei confronti del genere cinecomic.

Il cinema del 2019 è solo remake e spin-off?

Un discorso che poi si è incentrato sulle dinamiche di produzione e distribuzione dell’intera filiera cinematografica. Molto più spesso, e nel 2019 in particolar modo, ci siamo ritrovati di fronte a prodotti riciclati e/o riadattati: sequel, prequel, spin-off, remake, reboot. I cinecomics, grazie all’universo cinematografico condiviso creato sotto il nome di Marvel Cinematic Universe, hanno visto una massiccia produzione del genere nelle sale di tutto il mondo negli ultimi anni.

Portando al termine le avventure degli Avengers, i Marvel Studios hanno sfruttato il marketing sui social e la serialità cinematografica per attirare quanto più l’attenzione del pubblico cinefilo e non solo, realizzando blockbuster ricchi di effetti speciali ed eroi che hanno segnato l’immaginario collettivo.

I riconoscimenti, che piacciano o meno, dei cinecomics nel 2019

Il risultato è che, piaccia o meno, Avengers Endgame è diventato il film col record d’incassi nella storia del cinema. Parliamo di un film tutt’altro che perfetto, ma sicuramente un degno epilogo per quella che è una esperienza cinematografica del tutto nuova, per molti versi addirittura sperimentale. Ma i Marvel Studios non sono stati gli unici protagonisti del cinema 2019. Non è bene dimenticare che il film d’animazione Spiderman: Un nuovo Universo ha trionfato gli Oscar come Miglior Film d’Animazione. Anche il genere animato, perciò, nonostante un’alta concorrenza e diversi prodotti qualità che vengono distribuiti ogni anno, ha visto l’apoteosi di un nuovo film tratto da un comics.

Per ultimo, ma non per importanza, c’è stato Joker. Un altro film che porta sul grande schermo un personaggio iconico nato da un albo a fumetti. Ma in questo caso la peculiarità è ancora più intrigante. Il personaggio di Joker è un villain, non il protagonista. Nato come avversario – per certi versi faccia della stessa medaglia – di Batman, ma interamente sul suo personaggio è dedicato il film diretto da Todd Philips e interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix.

Chi ha ragione? I soldi dei cinecomics o l’arte di Scorsese?

Il film di Joker ha vinto il leone d’oro alla mostra cinematografica di Venezia, per poi sbancare nelle sale di tutto il mondo fino a raddoppiare per quindici volte il budget di produzione dagli incassi al Box-Office. Un film che ampiamente si discosta dai cinecomics precedenti, riscrivendo il genere stesso. Joker rimane ancora oggi (insieme all’eccezionale Parasite) il favorito anche per la vittoria come Miglior Film agli Oscar del 5 febbraio 2020.

Dunque Martin Scorsese (supportato anche da Francis Ford Coppola) ha ragione? I cinecomics sono solo “luna park” che rovinano il cinema? Sì e no. Il 2019 ci ha dimostrato che non c’è una sola risposta, ma entrambi hanno ragione. La produzione dei cinecomic si dimostra una garanzia (3 dei 5 film con più incassi del 2019 sono della Marvel Studios) ma allo stesso tempo se alcuni risultano minestre riscaldate e privi di spessore, altri riescono a unire le generazioni, creare esperienze cinematografiche nuove e approfondire tematiche più delicate.

Durante questo stesso anno, però, il cinema ha praticamente risposto a se stesso, trovando tempo e spazio per pellicole decisamente più autoriali che hanno cercato di rimpolpare il concetto di cinema stesso. Basti pensare allo stesso Martin Scorsese col suo The Irishman (che, venendo distribuito su Netflix, ha rappresentato un’altra rivoluzione del cinema contemporaneo) e a Quentin Tarantino col suo nostalgico Once Upon A Time In… Hollywood.

La fortuna è stata poter vivere un 2019 ricco di diversificazioni. Generi tra loro opposti che ci hanno fatto emozionare, offrendoci una delle stagioni cinematografiche più belle del decennio.