18 Gennaio 2022 - 13:01

Ansia e Covid: così la psicoterapia online può aiutare

ansia

Uno studio pubblicato in ottobre sul Lancet, prestigiosa rivista scientifica inglese, indica che l’incidenza a livello globale di depressione e ansia è aumentata del 25% nel 2020

Uno dei molti problemi emersi durante la pandemia da Covid-19 è quello legato a un più diffuso malessere psicologico ed emotivo nella popolazione. Uno studio pubblicato in ottobre sul Lancet, prestigiosa rivista scientifica inglese, indica che l’incidenza a livello globale di depressione e ansia è aumentata del 25% nel 2020. La ricerca in questione è una meta-analisi che esamina oltre 40 studi nel mondo e che evidenzia un quadro purtroppo fosco. Più nel dettaglio, si sono registrati 53,2 milioni di nuovi casi di depressione (un aumento del 27,6%) e di 76,2 milioni di casi di ansia (+26,5%). Ciò è particolarmente preoccupante in quanto queste due condizioni erano già tra le maggiori cause di disabilità in tutto il mondo.

Gruppi più colpiti e possibili cause del problema 

Lo studio indica che due tra le categorie più fragili sono donne e giovani tra i 14 e i 30 anni. 

Già prima della pandemia le donne erano più colpite da questi disturbi. Per loro, l’incidenza dell’ansia è aumentata del 28% e quella della depressione del 30%, contro il +21% e +24% rispettivamente per gli uomini. Ciò può essere dovuto al fatto che durante l’emergenza sanitaria le donne sono state più esposte degli uomini a problemi socio economici come perdita del lavoro, necessità di prendersi cura di familiari, e violenza domestica. 

Per i giovani può essere stata determinante l’impossibilità di socializzare, a scuola o nel tempo libero, fondamentale negli anni in cui si cresce e si sviluppa la propria personalità. Da non sottovalutare, poi, la costante incertezza sul futuro e le difficoltà a entrare nel mondo del lavoro.

Concentrandosi sui sintomi, lo studio sul Lancet non può però stabilire con certezza in che misura la situazione sia legata alla paura del contagio da Covid-19, alle limitazioni sociali di lockdown e restrizioni, oppure alla preoccupazione per problemi finanziari e disoccupazione a lungo termine.

Da non sottovalutare poi le difficoltà di chi soffre di ansia sociale, che possono essere esacerbate durante lunghi periodi di isolamento. La terapia per questi disturbi consiste infatti spesso nell’esposizione graduale a situazioni sociali, resa impossibile durante il distanziamento forzato. In questi casi, ritornare alla normalità e ricominciare a incontrare persone nel quotidiano può rivelarsi ancora più arduo.

Potenzialità della psicoterapia online

Alla luce di questi dati, lo studio sul Lancet si conclude con un richiamo urgente alle autorità competenti per rafforzare l’offerta di supporto per migliorare la salute mentale della popolazione. Una possibile soluzione indicata è la diffusione di servizi in rete, come quello offerto dagli psicologi online di Serenis, associato a campagne per far cadere lo stigma legato alla psicoterapia. 

Diversi studi, tra cui alcune meta-analisi che confrontano dati di ricerche differenti, indicano che la terapia online possa portare a miglioramenti paragonabili a quelli della più tradizionale terapia in presenza. In particolare, le sessioni online di terapia cognitivo-comportamentale, o CBT, si sono mostrate altrettanto efficaci rispetto a quelle offline e in presenza. La ricerca evidenzia ottimi risultati proprio su depressione e ansia, con una considerevole riduzione dei sintomi attraverso la psicoterapia online. 

Questa opzione può essere per molti più accessibile, in particolare se si vive lontani dalle grandi città o si hanno difficoltà di spostamento. Generalmente si tratta di un servizio più economico se paragonato alla terapia in presenza, che permette anche di risparmiare tempo sugli spostamenti. Infine, offre una maggiore discrezione che potrebbe convincere anche chi è ancora influenzato da idee negative sulla terapia a chiedere aiuto.

In un panorama come quello attuale, segnato da incertezze su molti aspetti del futuro, avere più strumenti a disposizione per prendersi cura del benessere mentale della popolazione è cruciale. È auspicabile che anche i governi favoriscano interventi per migliorare la salute mentale dei cittadini, rendendo cure e terapia più accessibili per tutti.