19 Settembre 2016 - 17:09

Ape ennesimo regalo alle banche

Ape

Ape ennesimo regalo alle banche. Più che un’agevolazione per i lavoratori l’anticipo pensionistico favorirà gli istituti di credito grazie all’assicurazione che il lavoratore dovrà stipulare in caso egli non sopravviva ai 20 anni di rimborso

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Si è parlato molto dell’Ape, l’anticipo pensionistico offerto dal governo come agevolazione nei confronti del lavoratori che vogliono ritirarsi prima di aver accumulato i necessari contributi. Ma che cos’è l’Ape? Facciamo un po’ di chiarezza. Quella concepita dal ministro Giuliano Poletti, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, è una misura studiata per consentire agli attuali 63enni di andare in pensione con uno sconto di tre anni e sette mesi rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero.

Ape

Ape: ennesimo regalo per le banche

Nella sostanza si tratta di un prestito bancario, che il pensionato dovrà poi restituire nei prossimi 20 anni. Usufruire dell’Ape, anticipando l’uscita dal lavoro anche solo di un anno, comporterà la decurtazione del 5% dell’assegno mensile, per arrivare fino a un 18% se si sceglie di usufruire dei 3 anni a disposizione. Questa percentuale, però, non prende in considerazione il costo dell’assicurazione che il lavoratore dovrà stipulare con la banca in caso di decesso prima del termine dei suddetti vent’anni.

Ape regalo per le banche

Sommando i costi tra decurtazione e assicurazione si stima che, complessivamente, al netto la trattenuta sarà dei 25% dell’assegno. Facciamo un esempio. Se un pensionato percepisce mille euro al mese di pensione, volendo usufruire di tutti e tre gli anni, dovrà rinunciare a circa il 25% del proprio assegno per i successivi vent’anni, cioè circa 3 mila euro l’anno.
La cifra da restituire sarà quindi di 60 mila euro, a fronte di un prestito di 39 mila euro. I  21000 euro di differenza saranno il ricavo che verrà diviso tra le banche e le assicurazioni. Con questa prospettiva, a conti fatti, siete ancora convinti di rinunciare alla vostra meritata, sudatissima pensione a favore delle banche, per soli 3 anni e 7 mesi di “libertà” in più?
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