contatore ArcelorMittal: non solo Taranto. Nel mirino del colosso anche la Romania
19 Novembre 2019 - 12:18

ArcelorMittal: non solo Taranto. Nel mirino anche la Romania

ilva, green deal

Taranto non è sola. Le fanno compagnia altre città che hanno ospitato nella propria terra il colosso ArcelorMittal. Sedotte e poi abbandonate

Per anni le città hanno offerto la propria manodopera per incrementare il patrimonio del gigante dell’acciaio. Per anni l’azienda ha garantito a padri di famiglia un lavoro sicuro. Una relazione solida e poi spezzata improvvisamente. Abbandonata da un giorno all’altro. Oltre Taranto, ArcelorMittal ha abbandonato anche Hunedoara, in Transilvania.

Un’inchiesta ricostruita dai commissari Giorgio De NovaEnrico Castellani e Marco Annoni. L’inchiesta mostra come il colosso operi uno schema che si ripeterebbe anche a chilometri di distanza da Taranto: in Romania.

ArcelorMittal in Romania

Nella città nel cuore della Transilvania abitano oggi settantamila persone: negli anni ’90 più di ventimila lavoravano alla Ispat Siderurgica Sa, aperta nel 1884 e poi diventata l’azienda di Stato nella Romania comunista di Nicolae Ceaușescu. “Il centro siderurgico di Hunedoara è stato per lungo tempo uno dei più importanti complessi industriali della Romania.” ricostruiscono i commissari.

Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni duemila, però, la Romania comincia a privatizzare le aziende statali: e nella terra del conte Dracula arriva Mittal. L’acquisto del centro siderurgico da parte di ArcelorMittal avvenuto nel 2003 nell’ambito delle privatizzazioni del Paese, per il suo perfezionamento comportò all’inizio un drastico ridimensionamento del personale e la dismissione di ampia parte del complesso industriale che l’odierna Resistente presentò come finalizzato ad un pieno rilancio del centro siderurgico: ma le cose sono andate ben diversamente.” continua il ricorso al tribunale di Milano, al quale sono allegati alcuni articoli di stampa sulla Taranto di Romania.

ArcelorMittal chiude in Polonia, USA e Sudafrica

ArcelorMittal – colosso mondiale dell’acciaio nato dalla fusione delle due aziende (Arcelor e Mittal) nel 2006 – sta scappando anche da altri Paesi come la Polonia, il Sudafrica e gli USA.

In Polonia la situazione sembra momentanea auspicando un ritorno alle normali funzionalità delle aziende in breve tempo. La sovrapproduzione mondiale si attesta attorno alle 400 milioni di tonnellate e, secondo Eurofer, la domanda di acciaio in Europa è attesa in calo del 3,1% nel 2019, contro le previsioni precedenti di una flessione dello 0,4%. Tutto a causa di dazi e crisi del settore automotive. Per il momento in Polonia, in particolare a Cracovia e Dabrowa Gornicza, i forni lavorano al loro minimo tecnico.

Ma i tagli della famiglia Mittal toccano anche il mercato statunitense. La multinazionale ha deciso di spegnere uno dei tre altoforni nell’impianto di Indiana Harbour, vicino a Chicago.

Insomma, Taranto non è sola, ma ciò non aiuta i migliaia di lavoratori che da giorni combattono per permettere all’ex Ilva di restare in vita. “Non permetteremo lo spegnimento dei forni.” hanno gridato i tanti operai. La situazione sembra sempre più drammatica.