6 Marzo 2022 - 12:39

Ariete, Cicatrici e l’anatema di Madame

Nell'album di debutto di Ariete, "Specchio", trova spazio anche "Cicatrici" in collaborazione con Madame: quanto tempo tempo serve a guarire dall'amore?

Madame Ariete Cicatrici

Nell’album di debutto di Ariete, “Specchio”, trova spazio anche “Cicatrici” in collaborazione con Madame: quanto tempo tempo serve a guarire dall’amore?

E’ uscito lo scorso 25 Febbraio, esordendo alla quarta posizione della classifica Fimi – che monitora gli album e i singoli più venduti della settimana in Italia – “Specchio”, il primo album di Ariete. Nel disco, composto da undici tracce e manifesto del cosiddetto bedroom pop, c’è spazio anche per due collaborazioni, con Franco 126 (Fragili) e Madame (Cicatrici).

Tema di quest’ultimo pezzo, in particolare, è il progressivo esaurirsi di un sentimento, che sia d’amicizia o d’amore.

Ogni sentimento profondo e che sia stato degno di questo nome, lo sa bene chi lo ha provato, non può tuttavia sparire da un momento all’altro e senza lasciare alcuna traccia: ecco allora che Arianna e Francesca, attraverso le loro penne (più densa e come sospesa in una dimensione di dormiveglia l’una, decisamente tagliente l’altra) è come se volessero tracciare una strada per permettere al loro sentimento di tornare indietro, un giorno o l’altro; le macchie di inchiostro sul foglio, la canzone Cicatrici nella sua interezza, hanno per loro lo stesso valore delle mollichine di pane per Pollicino in una famosissima fiaba per bambini.

Né Ariete né Madame si arrendono all’idea che il loro amore sia andato perduto per sempre, forse Arianna lo ha addirittura sognato prima di scrivere questo pezzo. Nessuna delle due vuole chiudere del tutto la porta, spegnere la luce e arrendersi al buio: E quanto manchi, quanto mi manchi (…) E le mie braccia sono un luogo in cui potrai ripararti giuro”.

Con “Cicatrici” Madame è tornata se stessa

Le barre di Madame su Cicatrici sono un dito nella piaga: dopo l’esperienza un po’ opaca come autrice del pezzo che ha segnato il ritorno di Laura Pausini sul mercato discografico (Scatola), Francesca ritrova la sua cifra diretta e a volte dolorosa ed esordisce mettendo il suo amore, uomo o donna poco importa, con le spalle al muro.

Gli lancia un anatema, lo condanna (come condannata è lei) ad un eterno ricordare: il ricordo dei momenti felici, specie quelli che forse non torneranno anche se ci speriamo, è una ferita sempre aperta, che basta il minimo sussulto perché torni a sanguinare: “Ora ti lancio una maledizione: ogni volta che farai l’amore, che sia con la tua donna o che sia altrove, penserai soltanto a me”.

Sebbene sulle prime i due immaginari sembrino affini, Madame non è la Patty Pravo che nel 1973 cantava “Pazza idea di far l’amore con lui, pensando di stare ancora insieme a te”: lì, infatti, ricordare era una dolce nostalgia causante piacere.

Dalla penna di Francesca, che con il suo primo album uscito un anno fa ha vinto la “Targa Tenco alla Miglior Opera Prima”, sgorga il sangue dell’amato ossessionato dal ricordo di ciò che è stato e forse non potrà più essere e di cui tutto ciò che verrà dopo non è che una copia sbiadita.

Forse, sì, perché lo dicevamo: anche Madame non è del tutto immune alla speranza che Lui (il suo amore) possa ritornare “(…) Però ti lancio una benedizione: ogni volta che sarai da solo, sembrerà come se non lo fossi perché sarò lì con te”.

Nell’estenuante attesa, un’attesa che quasi la ingobbisce per il peso che ha, Francesca il suo amore se lo porta dentro, e lui sta lì come un animaletto viscido, che più provi a scacciarlo più rimane fermo, quasi a farsi beffe della tua paura: “Pensavo fossi solo di passaggio invece hai un bel coraggio, sei ancora nei paraggi”.

Se lo porta dentro e insieme, lo riflette all’esterno: tutto ciò che vede, tutto ciò che fa la riporta al suo Amore perduto, spento, slabbrato, come la tela di Penelope di notte. Tutti quelli che la incrociano per strada sanno della sua condanna: “E ti ritrovo dentro al mio paesaggio, anche una cartomante mi ha parlato di te”.

Percorrendo a ritroso una strada di inchiostro e sangue, quella che lei stessa ha tracciato, improvvisamente Madame si trova ad un bivio, di fronte ad una consapevolezza: le persone non amano tutte con la stessa intensità (“Sei tutto ciò che non ho mai voluto, al contempo quanto ti ho desiderato. Qualcuno che mi amasse più di tutto, ma che non mi poteva dare tanto”) e ognuno ha bisogno dei suoi tempi per imparare a guardare in faccia e gestire i propri sentimenti.

Ogni sentimento è un terremoto, un incrocio con due direzioni possibili: il coraggio e la paura. E molto spesso quest’ultima ci porta a scegliere la strada più facile, quella più lontana dalla nostra Voce (per citare un’altra canzone di Madame) interiore.