Arte on the road: Piero della Francesca in Italia
A ZONzo propone un secondo itinerario sulle orme di Piero della Francesca, artista toscano le cui opere si possono ammirare anche al di fuori della sua terra d’origine
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Il mese scorso A ZONzo vi ha condotto nei luoghi dove l’artista Piero della Francesca ha trascorso gran parte della sua vita, ovvero tra Sansepolcro, Arezzo e Monterchi (potete leggere l’articolo cliccando qui). Questo venerdì invece il viaggio proseguirà con un itinerario più lungo che attraversa ben tre regioni centrali dell’Italia: Umbria, Marche ed Emilia Romagna. Infatti seguiremo le orme del pittore in quelle terre dove sono custodite altre sue importanti opere e precisamente nelle città di Perugia, Urbino e Rimini.
Perugia è il capoluogo dell’Umbria, centro di culture e tradizioni, fondata nell’antichità dalla civiltà etrusca. È possibile raggiungere il centro storico, posto su un’altura che domina la città moderna, attraverso un percorso meccanizzato, che parte da Piazza dei Partigiani (dove è possibile far sostare l’auto) e collega la parte alta con un meccanismo di scale mobili. Perugia è conosciuta in tutto il mondo come capitale del cioccolato, qui infatti è stata fondata la fabbrica Perugina ed inventato il famoso Bacio, mentre una volta all’anno è possibile partecipare alla fiera Eurochocolate. Ma la città possiede anche una serie di luoghi di rilevanza storico-artistica, come il Duomo, dedicato a San Lorenzo, con l’antistante Fontana Maggiore, maestosa opera scultorea di Nicola Pisano e il Palazzo dei Priori. Quest’ultimo è la sede della Galleria Nazionale dell’Umbria, dove sono custodite le opere di maestri come Duccio di Buoninsegna, Beato Angelico, il Pinturicchio e il Perugino.
Piero della Francesca si recò a Perugia nel 1467, dove eseguì il Polittico di Sant’Antonio per una congregazione di suore dell’omonimo convento, oggi visibile appunto presso la Galleria in Palazzo dei Priori. La pala ha un’impostazione tardogotica che stride decisamente con lo stile rinascimentale dell’artista. In particolare si può osservare tale divario nella cimasa del polittico, dove vi è rappresentata una Annunciazione dall’impostazione simmetrica e prospettica ritagliata ad hoc per essere incastrata tra le modanature cuspidate della cornice.
La maestria del pittore è attestata anche dal biografo e artista Giorgio Vasari, nuovamente compagno del nostro percorso, con le parole: «Fu Piero, come si è detto, studiosissimo dell’arte e si esercitò assai nella prospettiva, et ebbe buonissima cognizione d’Euclide in tanto che tutti i miglior giri tirati ne’ corpi regolari, egli meglio che altro geometria intese, et i maggior lumi che di tal cosa ci siano, sono di sua mano […]».
Proseguendo il nostro itinerario verso nord, la seconda tappa è rappresentata dalla città di Urbino. La città è divenuta importante sin dall’epoca romana per la sua particolare posizione strategica, fu quindi fortificata e divenne roccaforte ambita nel corso del tempo. Il nome della città è però particolarmente legato alle vicende del duca Federico di Montefeltro, il quale fece edificare il Palazzo dall’iconica facciata con Torricini, opera dell’architetto dalmata Luciano Laurana. Il palazzo ospita la Galleria Nazionale delle Marche, ricchissima di opere rappresentanti i maggiori artisti dell’età moderna come Paolo Uccello, Tiziano, Alvise Vivarini e Luca Signorelli.
La Galleria espone inoltre un’opera di Raffaello, La Muta, il quale appunto nacque ad Urbino e si formò nella bottega del padre, come si può apprendere visitando la sua casa natale. Nel Palazzo Ducale è inoltre possibile ammirare una serie di opere di Piero della Francesca, il quale soggiornò ad Urbino in vari momenti tra il 1469 e il 1472. Il suo sodalizio con Federico di Montefeltro fruttò la commissione del famoso ritratto dello stesso duca con la sua consorte, Battista Sforza, custodito presso la Galleria degli Uffizi di Firenze, nel quale i due coniugi sono posti di profilo in un paesaggio dagli echi fiamminghi. Sono invece ad Urbino la cosiddetta Pala Brera e la Madonna di Senigallia, entrambi esempi di una pittura dalla geometria rigorosa dai volumi definiti, insieme alla Flagellazione, dipinto che non solo si compone di più scene in un’unica tavola, ma che nasconde secondo alcuni studiosi rimandi simbolici alle vicissitudini coeve del duca di Montefeltro.
Nella città di Rimini, invece, Piero della Francesca si reca in epoca precedente, intorno al 1451, per volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta. È infatti presso il cosiddetto Tempio Malatestiano, al quale vi lavorò in quegli anni anche l’architetto Leon Battista Alberti, che il pittore realizzò l’affresco S. Sigismondo e Sigismondo Pandolfo Malatesta, purtroppo oggi in cattive condizioni conservative. La città, che sorge sulla riviera romagnola, fu infatti per molto tempo signoria dei Malatesta, almeno a partire dalla fine del XIII secolo. Oggi è tra le mete turistiche più gettonate nel periodo estivo per i suoi 15km di coste balneabili ed è il secondo comune più popoloso della Romagna, dopo Ravenna.
Con questo breve excursus si conclude il viaggio sulle orme di Piero della Francesca, ma A ZONzo vi dà appuntamento a lunedì con altri itinerari alla scoperta delle bellezze paesaggistiche e culturali dell’Italia e del globo!
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