29 Aprile 2019 - 14:48

Autonomia: così Salvini placherà il Nord prima delle Europee

Salvini Autonomia

Matteo Salvini promette di prendere in considerazione le istanze d’autonomia delle Regioni. In questo modo, si accaparrerebbe altri voti

Le strategie per le Europee non si fermano. Matteo Salvini sa benissimo che le Elezioni saranno una battaglia fondamentale per consolidare il rapporto di forza creato nel Governo. Il leghista, l’impegno, lo ha preso in maniera solenne lo scorso 7 Aprile, al debutto del Vinitaly. E sempre quel giorno, come da prassi, Zaia al momento dell’inaugurazione dello stand del Veneto ha passato con una certa soddisfazione la bandiera con il Leone di San Marco a Salvini per le foto di rito. L’autonomia sarà un fattore fondamentale.

Il Veneto, dunque, diventa il nuovo ago della bilancia per rafforzare il proprio impegno e il proprio rapporto nei confronti del Movimento 5 Stelle. Il “pantano romano” del dossier caro al Nord potrebbe essere la riprova di un’esperienza che proprio non va. Ecco perché Salvini sta studiando una mossa da giocarsi entro, e non oltre, le prossime tre settimane in consiglio dei ministri.

I nodi politici, molti dei quali non risolti, sono ancora negli occhi del Movimento 5 Stelle, che si sta cominciando a spazientire. Il leghista, per risolvere entrambe le situazioni, sta tentando di far approvare nei prossimi CDM un testo quadro che prenda in considerazione tutte le istanze di Autonomia presentate dalle regioni.

In questo modo, Salvini da una parte raffredderebbe gli animi e le tensioni con il secondo partito di Governo. Dall’altro, intanto, risolverebbe il problema grosso riguardante il Veneto, il cui provvedimento locale è ancora nelle mire del Movimento 5 Stelle, che non sembra orientato a questa scelta.

In questo stallo pesano anche le parole pronunciate da Giovanni Tria lo scorso 18 Aprile.
In alcuni casi le richieste regionali non appaiono del tutto coerenti con i principi costituzionali, inerenti a materie diverse da quelle elencate dalla Costituzione che, vista la tassatività del disposto costituzionale, non possono essere oggetto di attribuzione.