26 Agosto 2018 - 17:58

Questione “migrazioni”: parla Avramopoulos: “Italia deve smetterla col gioco delle accuse”

legge di bilancio

Il Commissario UE alle Migrazioni, Dimitri Avramopoulos, commenta le ultime uscite del governo italiano, lamentando il gioco di accuse

Dopo la minaccia di mettere il veto al bilancio UE da parte del governo italiano in merito alla vicende della nave Diciotti e più in generale alla redistribuzione dei migranti, arriva la risposta dell’Unione Europea.

Il Commissario UE alle Migrazioni, Dimitri Avramopoulos, ha infatti dichiarato in un’intervista: “Penso e spero sia stata solo una reazione politica dettata dall’istinto. La Commissione dice chiaramente no alle minacce, non sono accettabili“. Il Commissario ha infatti chiarito che “tutti i governi sono legalmente tenuti a rispettare gli obblighi che derivano dalla membership all’Unione. Obblighi giuridici, politici e morali. Il gioco delle accuse non porta da nessuna parte, non possiamo andare avanti con rimedi ad hoc per ogni nave. Il fenomeno migratorio non si fermerà a breve e quindi dobbiamo gestirlo tutti insieme come un’unica famiglia europea poiché le soluzioni nazionali non portano a niente se non al mancato rispetto della Convenzione di Ginevra“.

In effetti, la redistribuzione dei migranti per quote nazionali è una riforma importante, che però è stata affossata anche da M5S e Lega Nord (che hanno votato contro, a Bruxelles) che dai paesi del gruppo Visegrad, con cui Salvini e Di Maio hanno buoni rapporti.

Detto in altri termini, il governo italiano deve smetterla di creare il caso mediatico per ogni nave, e iniziare a fare quanto stabilito dagli accordi europei e dal diritto internazionale. Il Commissario ha infatti poi rincarato la dose: “Non spetta alla Commissione dire dove vadano sbarcati, lo stabiliscono il diritto internazionale e la legge del mare, ma certamente bisogna trovare il modo di farli scendere subito a terra. Non sono nemici, non sono una minaccia per la sicurezza nazionale, sono solo persone vulnerabili e i governi hanno un imperativo umanitario ed etico da rispettare: bisogna sbarcarli e offrire loro assistenza e supporto“.

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