Benessere Sessuale: intervista alla dott.ssa Roberta Rossi
Abbiamo raggiunto la Dottoressa Roberta Rossi, Presidente della Fiss (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica) all’indomani della VI Edizione della Settimana del Benessere Sessuale
Da ormai sei edizioni la Fiss, Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, organizza la Settimana nel Benessere Sessuale, nel solco della Giornata che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica allo stesso tema. (tenutasi lo scorso 4 Settembre).
Tenutasi dal 28 Settembre al 5 Ottobre scorsi, la Settimana snoda i suoi eventi nel segno della consapevolezza e della corretta informazione su tutto il territorio italiano.
La redazione di Zon.it ha raggiunto la Dottoressa Roberta Rossi (presidente Fiss) per tracciare un bilancio dell’edizione appena conclusa e per discutere di nuove prospettive sul tema della salute sotto le lenzuola.
L’intervista
- Si è appena conclusa la Sesta Edizione della Settimana del Benessere Sessuale: Dottoressa, tracciamo un bilancio…
Decisamente positivo, più di 250 eventi in tutta Italia, con altrettanti colleghi coinvolti e una buona partecipazione del pubblico. Possiamo ritenerci soddisfatti del grande lavoro organizzativo, partito nel marzo scorso, che ha esitato in una iniziativa rivolta principalmente alla popolazione ma anche a colleghi specialisti di diverse discipline che in qualche modo convergono nella sessuologia. Il tema di quest’anno riguardava l’educazione sessuale per tutti, sottolineando l’importanza di una informazione scientificamente corretta ma anche un modo di porgerla che tenga conto dell’età, della sensibilità personale, della fase di vita che si sta attraversando.
2. La sessualità dovrebbe avere, secondo lei, maggiore attenzione dal punto di vista delle politiche sociali e sanitarie. In che termini?
Pensiamo che in alcune nazioni europee si fanno indagini annuali sulla stato della salute sessuale dei cittadini, comprendendo diversi aspetti, dalle disfunzioni sessuali, alle infezioni sessualmente trasmissibili, le IVG, ma anche le nuove tendenze del comportamento sessuale e su questi dati si fonda la politica sanitaria del paese per prevenire ma anche promuovere la salute sessuale. Da noi è difficilissimo, se non impossibile, fare ricerca sulla sessualità degli italiani. Recentemente il rapporto Censis Bayer sulla sessualità dei millennials ha focalizzato l’attenzione su una popolazione specifica andando ad indagare anche il rapporto con la contraccezione, ne sono venuti fuori dati interessanti che potrebbero essere di aiuto per indirizzare gli interventi informativi/educativi sulla popolazione, ma trattandosi di iniziative private non riescono purtroppo ad orientare le politiche sanitarie e sociali. Però bisognerebbe prendere spunto da queste indagini per realizzare finalmente una indagine epidemiologica sulla salute sessuale in Italia.
3. Una delle attività previste dalla Fiss nel corso della Settimana, sono gli incontri nelle scuole. A che punto siamo con il livello di consapevolezza su questi temi tra i giovanissimi?
Purtroppo non bene, i ragazzi sono anche informati ma poi non si proteggono dalle IST per esempio. Nelle scuole, spesso, l’unico tipo di educazione che passa è quella del chiudere i cancelli quando i buoi sono scappati, si interviene sull’emergenza ma non si riesce a fare un discorso di promozione della salute sessuale: informo ed educo sui fatti, sui rischi eventuali, su come prevenirli e imparo ad apprezzare la sessualità nel piacere che può dare. E’ un lavoro che richiede tempo e passione, e non tutti hanno voglia di farlo, di coinvolgersi con i ragazzi e con i loro dubbi e incertezze.
4. Per Zon.it mi occupo principalmente dei rapporti tra società e media. Pensa anche lei che questi ultimi abbiano avuto un ruolo cardine nel passaggio dall’ostracismo alla pericolosa ostentazione, in taluni casi, della sessualità?
In ogni società democratica i media svolgono la loro funzione, efficace o meno e questo dipende da chi scrive. Oggi la sessualità è ovunque, ostentata nel suo essere performativa, limitata nell’essere oggetto di educazione. Viviamo un paradosso che purtroppo porta a non riconoscere vantaggi e svantaggi di una sana e soddisfacente salute sessuale. Viviamo di miti, pregiudizi, false informazioni che si tramandano a livello familiare e si diffondono nel gruppo degli adolescenti in maniera acritica, spesso i media intercettano o si fanno promotori di questi messaggi e ricomincia il giro. Per fortuna sempre più persone che vivono di media si stanno accorgendo dell’importante ruolo che svolgono e quindi si avvalgono di esperti nel passaggio di alcune informazioni.
5. Ostracismo e ostentazione: due atteggiamenti che, a mio avviso, rischiano di fuorviare riguardo alla reale importanza della salute sessuale. E quando parlo di salute non mi riferisco solo alla prevenzione e alla cura delle malattie trasmissibili…
Come dicevo prima bisognerebbe cambiare l’ottica dell’educazione alla salute sessuale, non più solo prevenzione ma anche promozione, individuazione dei comportamenti e atteggiamenti che permettono di occuparsi di sé e dell’eventuale partner in un’ ottica positiva e non solo e unicamente legata al rischio della sessualità.
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