29 Settembre 2015 - 20:37

Benni rifiuta il premio De Sica, “La cultura andrebbe rispettata in modo diverso”

Stefano Benni rinuncia al premio Vittorio De Sica che gli avrebbe dovuto consegnare il ministro Franceschini, “Questo governo sembra considerare la cultura l’ultima risorsa e la meno necessaria”

[ads1]Un rifiuto deciso, concreto e soprattutto motivato, comunicato attraverso l’inconfondibile chiarezza espressiva che ha sempre contraddistinto la scrittore bolognese. Stefano Benni avrebbe dovuto ritirare dalle mani del ministro Dario Franceschini il famoso premio Vittorio De Sica, patrocinato dal Ministero dei Beni culturali.

Ma forse è stata proprio questa contraddizione fra il premio e il premiatore a scatenare le critiche e il rifiuto di Benni, che ha spiegato i motivi della sua assenza attraverso un post sulla sua pagina Facebook ufficiale.

Gentili responsabili del premio De Sica e gentile Ministro Franceschini, vi ringrazio per la vostra stima e per il premio che volete attribuirmi.I premi sono uno diverso dall’altro e il vostro è contraddistinto, in modo chiaro e legittimo, dall’appoggio governativo, come dimostra il fatto che è un ministro a consegnarlo.

Scelgo quindi di non accettare. Come i governi precedenti, questo governo (con l’opposizione per una volta solidale), sembra considerare la cultura l’ultima risorsa e la meno necessaria. Non mi aspettavo questo accanimento di tagli alla musica, al teatro, ai musei, alle biblioteche, mentre la televisione di stato continua a temere i libri, e gli Istituti Italiani di Cultura all’estero vengono di fatto paralizzati. Non mi sembra ci sia molto da festeggiare.

La cultura che si scontra apertamente con il potere, la prima che accusa l’altro di non avere cura delle risorse presenti in Italia, la seconda che cerca di nascondere le sue tare distribuendo premi dal valore discutibile in un contesto di svalutazione generale. Benni ha avuto il coraggio e l’onestà di esprimere il suo dissenso verso un governo che naugraga in un “clima di decreti distruttivi e improvvisati, privilegi intoccabili e processi alle opinioni.”

E se è vero che “bisogna assomigliare alle parole che si dicono”, Benni ha dimostrato la forma più alta di coerenza e amore per l’arte.

Nessuno pretende grandi cifre da Expo, ma la cultura (e la sua sorgente, la scuola) andrebbero rispettate e aiutate in modo diverso. Accettiamo responsabilmente i sacrifici, ma non quello dell’intelligenza. Comprendo il vostro desiderio di ricordare il grande Vittorio De Sica, e voi comprenderete il mio piccolo disagio.

ha concluso lo scrittore nella sua nota di spiegazione. Un esempio di ribellione, e un tacito invito a non accettare i soprusi che la politica attua per non preservare una realtà culturale che si fa sempre più povera.

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