Bolsonaro in rotta con le forze armate: adesso il partito dei generali vuole scaricarlo
Con il rimpasto di Governo, Bolsonaro ha sostituito il Ministro della Difesa Silva, dopo che questi si è messo di traverso con le sue politiche autoritarie. Così facendo si è inimicato l’esercito
La situazione si fa critica per il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Senza più Trump è rimasto isolato e ora cominciano a voltargli le spalle anche in Patria. Colpa del suo stoico negazionismo nei confronti della pandemia, che ha portato ad una gestione pandemica oltremodo pessimo e scandalosa. Adesso, anche chi lo portava in trionfo inizia a criticare le sue scelte, dato che la sua rielezione nel 2022 sembra assai incerta. In ultimo, c’è la crisi con le forze armate, le stesse che finora gli hanno garantito l’appoggio per rimanere al potere.
La rimozione del Generale Da Silva è stata una pessima mossa politica
Bolsonaro ha approfittato del rimpasto di Governo per sostituire alcuni Ministri diventati ormai scomodi. Come il Ministro degli Esteri Ernesto Araujo, o il Ministro della Difesa, Generale Fernando Azvedo e Silva. Quest’ultimo è colpevole di essersi messo di traverso alle politiche autoritarie di Bolsonaro. Una scelta politica che ha avuto conseguenze immediate: i vertici dello Stato Maggiore brasiliano hanno immediatamente messo a disposizione i loro incarichi nelle mani del nuovo Ministro della Difesa, il Generale Walter Sousa Braga Netto. È una risposta coordinata da parte delle forze armate, in aperta sfida al Governo di Bolsonaro. Ed è l’inizio di quella che sembra una frattura insanabile tra il Presidente brasiliano e le forze armare, che fin qui lo avevano accompagnato.
Stando alle ricostruzioni della quasi totalità dei giornali brasiliani, Azvedo e Silva è stato silurato per dopo il suo rifiuto di coordinare un’azione delle forze armate contro Parlamento e Corte Suprema. In altre parole, un autentico colpo di Stato per conferire i pieni poteri al Presidente. A spingere Bolsonaro verso il folle gesto ci sarebbero i crescenti attacchi del Parlamento, della Corte e dei Governatori federali alla disastrosa gestione pandemica del Presidente. Ma non è tutto, Azvedo e Silva si era anche opposto alla sostituzione del Capo di Stato Maggiore Edson Pujol, finito nelle antipatie di Bolsonaro per non aver criticato pubblicamente la sentenza della Corte Suprema che ha scagionato l’ex Presidente Lula da tutte le condanne che aveva ingiustamente subito. Una spirale di follia alla quale Azvedo e Silva non ha voluto prestarsi, stabilendo che i militari servono la nazione e non il Governo.
Bolsonaro credeva di avere pieno controllo sui militari
Bolsonaro si era convinto che i generosi benefici economici e l’ampio potere politico concesso al “partito dei generali” fosse bastato per comprare il cuore e la fedeltà dei militari brasiliani. E invece, così non è stato. Inoltre, cresce il desiderio tra i generali di dissociarsi pubblicamente almeno dalle condotte più discutibili del Presidente, temendo condanne da parte delle Corti Internazionali. Fino ad arrivare al punto da fingere di essere un’istiuzione apolitica, quando invece le forze armate brasiliane fanno politica da molto tempo. Il cosiddetto “partito dei generali” esprime ben 7 Ministri, settemila funzionari di Governo e della PA oltre a un centinaio di presidenti di aziende pubbliche brasiliane. Sono una forza politica in tutto e per tutto, che controlla direttamente ampi strati delle istituzioni brasiliane.
E come tutte le forze politiche, anche i militari operano a seconda della propria convenienza. Ora che Bolsonaro sembra in caduta libera su tutti i fronti, difenderlo significa affondare insieme a lui. Difenderlo a costo di imbracciare le armi e perpetrare un colpo di Stato sarebbe un disastro e lo sanno. Invece, permettergli di continuare a portare avanti le sue politiche fallimentari, mostrandosi in forte dissenso con esse, aiuterà il partito dei generali a prendere le distanze da Bolsonaro. A quel punto, il Presidente rimarrà veramente da solo con i suoi sostenitori più sfegatati: una versione brasiliana dei Trumpisti americani. E anch’essi armati grazie a numerose concessioni da parte del Governo. In un ultimo scatto di follia, imitando il suo beniamino Trump, Bolsonaro potrebbe istigare queste persone a mobilitarsi nel caso dovesse perdere le prossime elezioni nel 2022.
Oltre ogni follia
Intanto, in questo clima rovente, il Brasile si prepara a festeggiare il golpe del 1964 che portà la dittatura militare in Brasile. Potrebbe sembrare assurdo commemorare una ricorrenza del genere, ma una recente sentenza lo ha reso possibile e questo avrà conseguenze nefaste per il Paese. Il Brasile era già un paese con molti problemi e contraddizioni ma con Bolsonaro sembra essere entrato in una dimensione completamente nuova. Di follia, ovviamente.
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