23 Dicembre 2015 - 17:34

I “bonus” del Governo Renzi

La nuova legge di stabilità introduce nuovi “bonus” a favore della popolazione. Questa strategia (marchio di fabbrica del governo Renzi) non offre però le garanzie da troppo tempo richieste dalla popolazione italiana

[ads1]Il termine “bonus”, che in base alla definizione del dizionario indica un incentivo attribuito per specifici obiettivi raggiunti, è da circa un anno entrato in pianta stabile nel lessico del Governo italiano.

I "bonus" del Governo Renzi

Bonus Renzi

La locuzione, utilizzata come non mai nel periodo 2014-2015, può essere sostituita facilmente con quella di “pezza a colori” data la facilità con cui l’esecutivo renziano ha utilizzato i “bonus” ogni volta che si presentava una decisione da prendere su un tema specifico.

Tutto è cominciato nel “lontano” 2014 quando, a ridosso delle elezioni europee, il Premier Renzi decise, dopo il parere favorevole “dei suoi”, di annunciare il famoso bonus di 80 euro.

La mossa, che destò parecchio scalpore data la somiglianza tra il provvedimento e la “paghetta” settimanale data da un genitore al figlio, ebbe il merito sia di aumentare la fiducia nei confronti del governo (che al giorno d’oggi non è poca cosa) che i consensi elettorali alle successive elezioni europee (il Pd, il partito del segretario/Premier, raggiunse il 41% circa dei voti).

Dato l’ampio successo, il governo decise di utilizzare lo strumento praticamente in ogni ambito giustificando lo stesso con le più svariate considerazioni.

Ed infatti sono arrivati in fila: il bonus fiscale per chi assumeva a tempo indeterminato (a cui veniva attribuita anche la facilità di lincenziamento e quindi di riassunzione riottenendo il bonus), il bonus insegnante di 500 euro per strumenti informatici o attività culturali (cifra che potrebbe essere decurtata dallo stipendio in caso di mancata spesa) ed infine la “stabilizzazione” dei famosi 80 euro.

Questa “astuta” strategia, però, non sembra essere passata di moda e con la nuova “legge di stabilità” i “bonus” si sono addirittura moltiplicati.

Nel ddl approvato (tramite, chiaramente, la questione di fiducia) in Senato sono previsti: il bonus ristrutturazione-arredi-ecobonus, quello di 500 euro per i diciottenni, quello sulla sicurezza (80 euro alle forze dell’ordine), il bonus bebè, quello sugli strumenti musicali e per i camper.

La domanda che sorge, vedendo tutti questi “premi” e confrontandoli con gli altri provvedimenti varati, è: ma non si poteva fare qualcosa direttamente con le materie in questioni piuttosto che “mettere un toppa” a quanto di “impopolare” fatto?

Il metodo sembra semplice semplice: viene varato un determinato provvedimento (contestato dai più), ci si rende conto che la popolarità attraverso questo rischia di calare a picco, viene attribuito un “premio” come paliativo per i danni prodotti.

La politica dei “bonus” fino a questo momento ha fornito ben poche garanzie alla “stanca” popolazione italiana che, ormai da diversi mesi, richiede più certezze e meno premi ad una politica distante e ignara delle vere difficoltà della gente.

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