18 Dicembre 2015 - 15:35

Boschi, mozione respinta

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373 i sì, 129 i no: respinta la mozione di sfiducia. Maria Elena Boschi aveva annunciato: “Chi sbaglia paga, anche mio padre, se le accuse fossero vere mi dimetterei”

[ads1]Il conflitto d’interesse, in Italia, è una pratica consolidata, non regolamentata per ovvio dissenso sostanziale alle procedure formali,  ma divenuta una prassi per chi è parte dell’élite dirigenziale. Insomma, un accessorio a cui poter attingere, al fine di conseguire e mantenere posizioni dominanti e redistribuire risorse tra i pochi. Gaetano Mosca congetturò “la teoria delle classi politiche“, ipotizzando che in una data società vi è reiteratamente una minoranza dominante ed una maggioranza dominata, cui la prima è la classe dirigente, organizzata in modo da perpetuare la medesima struttura e la medesima formula politica. La categoria di Mosca è assolutamente funzionale per l’analisi degli ultimi 60 anni di vita della nostra, oramai fiacca, democrazia. Non a caso, egli era Italiano. Così come Maria Elena Boschi e il suo (potenziale) “conflitto”.

Respinta la mozione contro il ministro Bos

373 i no, contro i 129 i si. La mozione di sfiducia è stata respinta.

Per chi non lo sapesse, Maria Elena Boschi è l‘attuale ministro per le Riforme Costituzionali, una delle quote rosa renziane più fedeli, una di quelle che nel lontano 2012, assieme a Sara Biagiotti e Simona Bonafé, promosse la campagna per le primarie del centro sinistra di Matteo Renzi. Ma Maria Elena Boschi è figlia di Pierluigi Boschi, vicepresidente della Banca Etruria, e sorella di Emanuele Boschi, responsabile cost management del suddetto istituto finanziario. Lo stesso, al centro del decreto “salvabanche”.

La Banca Etruria viene commissionata lo scorso febbraio, per un buco di 3 miliardi di euro, sospettata di speculazioni finanziare, carica di titoli tossici, e circa 526 milioni di Euro di perdite stimate, e depositi completamente azzerati. Viene poi messa in salvo dal decreto “salvabanche”, approvato in Consiglio dei Ministri il 22 novembre scorso. La Procura d’Arezzo apre poi un’inchiesta nei confronti dei vertici bancari, ritenuti responsabili della mala gestione, e lo stesso Pierluigi Boschi è costretto a dimettersi. Provvedimenti disciplinari anche da parte di Bankitalia.

Proprio a quella seduta il ministro non prese parte, per via di altri impegni ufficiali. Un episodio che non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica, così come alcuni gruppi parlamentari, tanto da spingere il Movimento Cinque Stelle a presentare una mozione di Sfiducia nei confronti della Boschi. Il motivo di tale procedura è un (potenziale) conflitto d’interesse per via della posizione, eccessivamente zelante, dell’esecutivo sul caso Banca Etruria, e del contrasto stridente tra il ministero della Boschi e la vicepresidenza del padre.

La Boschi ha replicato: “Trovo suggestivo che a fronte di questo io sia indicata come proprietaria di Banca Etruria. Dire che Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è funzionale ai titoli sui giornali, ma non corrisponde alla realtà dei fatti . Il provvedimento di novembre non ha favorito la mia famiglia, perché le azioni sono state azzerate come tutte le altre. Né io né i membri della mia famiglia abbiamo comprato o venduto azioni dal momento in cui io sono arrivata al governo.” 

Come già pronosticato, la mozione è stata respinta: 373 no e 129 si. I si sono pervenuti da M5S e Sinistra Italiana, contrari Forza Italia e PD. Nel caso in cui fosse stata votata, e palesato il conflitto d’interessi, come annunciato, il ministro si sarebbe dimesso.

Parafrasando Mosca, la minoranza, storicamente determinata, avrà sempre gli strumenti per preservare le proprie strutture. Maria Elena Boschi è l’attuale ministro per le Riforme Istituzionali.[ads2]