Causa a OpenAI: “ruba” articoli al New York Times
Il New York Times ha intentato una causa contro OpenAI e Microsoft per combattere l'utilizzo non autorizzato dei dati da parte dell'IA
L’intelligenza artificiale (IA) per essere addestrata ha bisogno di milioni di testi e immagini prodotti da altri. In questo contesto, il New York Times ha intentato una causa contro OpenAI e Microsoft, affermando che le società di intelligenza artificiale hanno violato il copyright copiando illegalmente milioni di articoli del giornale.
La testata ha citato in giudizio OpenAI, la società madre di ChatGPT, e Microsoft, per violazione del copyright: le aziende avrebbero utilizzato milioni di articoli pubblicati dalla testata per addestrare l’intelligenza artificiale. Inoltre, il New York Times nella causa ha anche sottolineato di aver subito “miliardi di dollari di danni legali ed effettivi” per l’uso illegale dei suoi contenuti.
“Hanno cercato di sfruttare gratuitamente i grandi investimenti del Times”, si legge nella denuncia. OpenAI e Microsoft sono anche accusati di “usare gli articoli e contenuti non a pagamento per realizzare prodotti che sostituiscono la testata sottraendole il suo pubblico”.
Società OpenAI
OpenAI è un laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale costituito dalla società no-profit OpenAI, Inc. e dalla sua sussidiaria for-profit OpenAI, L.P. L’obiettivo della ricerca è promuovere e sviluppare un’intelligenza artificiale amichevole (friendly AI) in modo che l’umanità possa trarne beneficio.
Fondata il 10 dicembre 2015, l’organizzazione, con sede a San Francisco, ha lo scopo di “collaborare liberamente” con altre istituzioni e ricercatori rendendo i suoi brevetti e ricerche aperti al pubblico. I fondatori (tra cui Elon Musk e Sam Altman) sono stati motivati in parte dai rischi esistenziali derivanti dall’intelligenza artificiale generale.
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