2 Aprile 2020 - 14:27

Coronavirus: Fontana attacca Conte, ma “dimentica” le mascherine

moratti

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha attaccato Conte sulle forniture. Queste ultime, però, sono state ordinate solamente un mese fa

L’attacco era pronosticabile. Il problema di fondo è che si gioca allo scarica-barile, quando in realtà è colpa di un solo membro. Attilio Fontana questo lo sa benissimo, ma gli è di gran lunga più comodo cominciare a criticare a destra e a manca senza nessun motivo. La realtà, semplice, nuda e cruda, è che pur di mascherare i propri errori si cercano le soluzioni facili, più d’impatto. Una di queste è, per esempio, dare la colpa al Governo per tutto.

Secondo Attilio Fontana, il Governo Conte, colto alla “sprovvista” dall’improvvisa emergenza Coronavirus, che ha avuto effetti a dir poco apocalittici sulla popolazione, sarebbe rimasto immobile. Almeno per i primi 25 giorni, non avrebbe mosso nemmeno un dito per dare sostegno alla Lombardia, prima regione colpita dalla pandemia. Il problema è che non solo quest’affermazione è praticamente priva di ogni fondamento, ma addirittura il governatore della Lombardia finisce addirittura per darsi la zappa sui piedi. Infatti, a dargli inevitabilmente torto sono qualcosa di molto più tangibile di semplici dichiarazioni buttate lì giusto per creare sensazionalismo contro il Governo: documenti scritti.

Questi ultimi, infatti, mostrano come la lentezza della giunta della Regione Lombardia abbia lasciato senza protezioni i medici che quotidianamente lottano contro il virus. Ricostruendo le mosse della Regione tra Febbraio e Marzo, si può notare come effettivamente le prime misure precauzionali siano state prese un mese dopo (dal 23 Gennaio al 23 Febbraio) la dichiarazione dello stato d’emergenza nazionale. Di questo incredibile ritardo (e di tutte le vittime che ne sono scaturite) può essere colpevole il Governo? No, anche perché fa parte della gestione regionale garantire approvvigionamenti e scorte mediche. Ma non è tutto, perché il top si è raggiunto con le mascherine.

L’ordine sbagliato

Fontana non solo ha combinato un disastro dal punto di vista delle tempistiche, ma anche delle effettive modalità di consegna del materiale. Infatti, il presidente della Regione aveva ordinato 4 milioni di mascherine che, secondo sua stessa ammissione, sarebbero dovute arrivare lo scorso 27 Febbraio. Il problema è che non sono mai giunte, ed anzi, l’ordine è stato addirittura cancellato dopo 5 giorni, ovvero il 2 Marzo. Tempo sprecato a causa di un clamoroso errore che non solo smaschera l’effettiva sottovalutazione del problema, ma anche una vera e propria pecca di sufficienza da parte di un’amministrazione “ineccepibile”, secondo i più.

Ora, vero è che si possono concedere delle attenuanti riguardante lo strano periodo che stiamo vivendo. Ma prima di imparare ad attaccare a spada tratta gli altri e i loro presunti errori, bisognerebbe guardare in casa propria, fare un mea culpa e contribuire a migliorare (e non peggiorare) la situazione. Fontana non solo non si è preoccupato di fare ammenda dei propri errori, ma (come ormai la maggior parte del centrodestra è improntato a fare) cerca di mascherarli puntando semplicemente il dito. Mossa sicuramente efficace dal punto di vista elettorale, meno, però, quando si va a discutere della salute dei cittadini.

Alla fine, è quella che conta davvero. Il presidente della Regione si è ben curato di non raccontare tutta la storia e di focalizzarsi solamente su una parte. Verità parziale, la chiamano. In realtà, si potrebbe parlare di una vera e propria “chiacchierata di convenienza“, una reclame che ha come scopo solamente quello di destabilizzare (agli occhi degli elettori) l’operato del Governo. Chi diceva che questa non è una crisi anche politica e che il meccanismo della propaganda si sarebbe fermato ha avuto incredibilmente torto. Ancora una volta, la Lega dimostra di avere a cuore gli interessi propri, di non essere al fianco dei cittadini e di non essere onesta nei confronti degli “italiani” tanto decantati.

Una situazione alquanto palese, a questo punto.