Coronavirus, bambini affetti da diabete tipo 1 immuni al Covid-19
Uno studio dell’Università Vanvitelli mette in luce la totale o parziale immunità al coronavirus per i pazienti con diabete 1 di età pediatrica
Col passare del tempo, i ricercatori impegnati nella lotta al coronavirus riescono ad avere sempre più informazioni sul SARS-CoV-2. Una delle ultime scoperte fatte sul campo riguarda i pazienti di età pediatrica e adolescenziale affetti da diabete 1. Questa malattia, di natura autoimmune, sembra proteggere dal Covid-19. Infatti, i giovani pazienti non si ammalano o, se si ammalano, non manifestano un quadro clinico preoccupante e non presentano disturbi a livello respiratorio.
Tutto questo è emerso da una ricerca realizzata dal Centro di diabetologia pediatrica “G. Stoppoloni” dell’Azienda Università della Campania “Luigi Vanvitelli” ed esteso grazie alla collaborazione della Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP). Lo studio è stato condotto da Dario Iafusco, responsabile dello “Stoppoloni” e da Angela Zanfardino ed è stato recentemente pubblicato (qui il testo originale) sulle autorevoli riviste scientifiche Journal of Pediatrics e Medicine Hypothesis.
La notizia ha un’enorme valenza nel campo clinico per quanto riguarda il coronavirus che finora sembra attaccare con più violenza i pazienti affetti da altre patologie e, quindi, più vulnerabili. A tal proposito il Dr Iafusco ha spiegato: “Il sistema immunitario dei pazienti con diabete tipo 1 è iperattivo nei confronti del virus così come nei confronti del virus Ebola. Riteniamo che ciò sia dovuto in parte alla peculiare condizione immunitaria che porta alla distruzione delle cellule beta. Tradizionalmente l’immunità umana agli antigeni stranieri dipende in modo critico dal bilancio dell’immunità Th1 e Th2. L’immunità Th1, prevalente in giovane età, è principalmente proinfiammatoria, mediata dai linfociti T e modulata da IL-6 e dall’interferone gamma tra le altre molecole e – conclude – il suo modo di agire è contro i patogeni che richiedono l’internalizzazione, come nel caso del coronavirus“.
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