Coronavirus, il piano promesso da Zaia è impossibile
Ci saranno al massimo 4mila tamponi al giorno per il coronavirus dalla prossima settimana. Zaia farà uno screening del Sistema Sanitario Regionale
Quasi come se si dovesse combattere una guerra. La comunicazione del governatore leghista Luca Zaia assume dei connotati quasi bellici. Un mix di verità, mezze verità, promesse e paure. Il veneto ha presentato il piano sanitario per far fronte al coronavirus, un mese dopo la prima vittima. Ma deve ammettere che non sempre alle belle intenzioni seguono i fatti, e agli annunci i risultati operativi. E questo nonostante tutti si stiano impegnando al massimo, schierando il meglio della scienza medica del Veneto.
“Questa è la pandemia del secolo. Attualmente siamo in grado di fare 2.200 campioni al giorno, in una settimana arriveremo a 4mila. Non appena giungerà un macchinario che è stato acquistato, potremo raddoppiare queste cifre. L’Europa dimostra in ogni crisi di avere dimensione inadeguata. Nella crisi del 2008 è arrivata dopo gli Stati Uniti e la BCE dopo Federal Reserve. Nella politica dell’immigrazione ha lasciato sola l’Italia, oggi c’è un’altra crisi, forse la più grande che sta vivendo l’Europa, quella sanitaria che si porta dietro una crisi economica planetaria e ancora una volta manca la dimensione di un’Europa che dovrebbe dare il ritmo alla squadra.” ha dichiarato Luca Zaia.
“Questo modello di gestione dell’Europa non va bene. Le aziende si aspettano gli Eurobond, misure forti. Paghiamo anche lo scotto di un asse franco-tedesco che ci ha sempre penalizzato. È una guerra. Le grandi potenze hanno grandi industrie belliche. La grande industria bellica oggi è una fabbrica che ti fa le mascherine, i respiratori e i ventilatori, tamponi e reagenti. Tutte cose che mancano.” ha infine concluso.
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