6 Luglio 2021 - 12:56

Cyberbullismo e privacy, il Garante: “aumento del 77% nel 2020”

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Cyberbullismo, relazione annuale per l’anno 2020 del Garante per la protezione dei dati personali: “Nel 2020, si è registrato un incremento del 77% dei casi di grooming, cyber bullismo, furto d’identità digitale, sextorsion”

E’ stata presentata, nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, la Relazione annuale per l’anno 2020 del Garante per la protezione dei dati personali. Il Garante, Pasquale Stanzione, ha toccato i temi più disparati: dal Green Pass, all’App Immuni, Tik Tok, lo smartworking, la didattica a distanza e – ovviamente – il cyberbullismo.

Così spiega ad inizio del suo discorso: “in un contesto così complesso come l’attuale, suscettibile di alterare il sistema delle garanzie democratiche, la disciplina della privacy, nell’applicazione quotidiana dell’Autorità, si è rivelata uno strumento prezioso”. La funzione della privacy risulta ancora più evidente in un periodo in cui la pandemia “ci ha insegnato a convivere con le limitazioni dei diritti: la protezione dei dati si sta dimostrando anche e sempre più determinante per un governo sostenibile della tecnica, affinché la democrazia non degeneri in algocrazia – sottolinea Stanzione.

Come si legge nella Relazione Annuale 2020, l’attività nel settore del cyberbullismo ha riguardato soprattutto la gestione delle segnalazioni giunte. Si trattava principalmente di rimozione di contenuti carattere offensivo e denigratorio, di fotografie – anche a carattere intimo – denunce dell’esistenza di falsi profili a nome del segnalante.

Nel corso del 2020, l’Autorità ha anche preso parte al Safer Internet Day. La giornata è organizzata nell’ambito del progetto Generazioni connesse e coordinato dal Ministero dell’istruzione con lo scopo di sensibilizzare la collettività al fenomeno del cyberbullismo. Si legge nella relazione: “Si è richiamata l’attenzione sulle misure da attuare per rendere più sicuro l’utilizzo della rete, sottolineando la necessità di una sinergia tra scuola e famiglia al fine di costituire una rete di supporto ai (più) giovani e favorire così un approccio consapevole e prudente nell’utilizzo di dispositivi che, se correttamente impiegati, costituiscono validi strumenti di conoscenza, partecipazione e crescita professionale”.

Giungendo ai numero, proprio per effetto della telematizzazione della vita indotta dalla pandemia “nel 2020 si è registrato un incremento di circa il 132%, rispetto al 2019 dei casi trattati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia e un aumento del 77% dei casi di vittimizzazione dei minori per grooming, cyber bullismo, furto d’identità digitale, sextorsion. Il 68% degli adolescenti risulta essere stato, nel 2020, testimone di casi di cyberbullismo (Terres des Hommes)”.

I dati, sostiene il Garante, sono allarmanti. E’ necessaria, dunque, una tutela e una presa di responsabilità collettiva rispetto ai minori le cui vulnerabilità possono renderli vittime del web. Per questo il Garante attribuisce tanta importanza alla prevenzione ma anche all’azione che grazie alla Polizia Postale è sempre tempestiva.