De Ligt, dichiarazione da no vax: “Non mi vaccino”
Dichiarazione molto forte di De Ligt, il quale ha spiegato ai microfoni di ESPN che fino ad ora non si è vaccinato e non intende farlo
Matthijs De Ligt, giovane difensore della Juventus e della nazionale olandese, ha rilasciato una dichiarazione molto forte ai microfoni di ESPN a tema Covid-19. In particolare De Ligt ha parlato della stagione appena trascorsa in bianconero, conclusasi con l’esonero di Andrea Pirlo, e si è soffermato anche sull’argomento vaccino: “Non ho fatto una vaccinazione, non è obbligatorio. Penso che dovremmo prima di tutto occuparci del nostro corpo. Il rischio di infezione c’è sempre, ma io cerco di entrare in contatto con il minor numero di persone possibile al di fuori della nazionale olandese“.
Resta da vedere come si evolverà la situazione, considerando anche l’avvento degli Europei e l’inizio della nuova stagione con la Juventus. E a proposito di nuova stagione, ormai è ufficiale il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera. Il tecnico livornese torna due anni dopo l’addio ai bianconeri firmando un contratto quadriennale a nove milioni di euro a stagione. Il club torinese, prima dell’annuncio vero e proprio, ha rilasciato due indizi social che riguardano il passato del tecnico, ovvero “la giacca” e lo stato del “Minnesota”.
Perché la giacca e il Minnesota?
Entrambi gli indizi si riferiscono a due episodi con protagonista Allegri durante la sua prima esperienza alla Juventus. Il primo indizio, la giacca, si riferisce naturalmente alla sfuriata del tecnico livornese durante la gara tra Carpi e Juventus del 2015 terminata 3-2 in favore dei bianconeri. Nei minuti finali la Juve rischiò di subire la rimonta dei padroni di casa, e all’ennesima disattenzione della difesa il tecnico perse la pazienza lanciando la giacca sul terreno di gioco.
Il secondo indizio, ovvero il profilo del Minnesota, si riferisce ad una conferenza stampa del 2018, in cui Allegri raccontò un aneddoto divertente del suo passato: “Vi faccio un esempio di un mio caro amico mancato un anno e mezzo fa. Io una volta, quarant’anni fa, andai a giocare un cavallo che si chiamava Minnesota. Io gli dissi voglio giocare Minnesota. Lui mi rispose: ‘È più facile che tu alleni in Serie A che vinca questo cavallo’. Vinse il cavallo e io sono arrivato ad allenare in Serie A”
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